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Contro la politica del verde dell’amministrazione di Padova

Per: i Candidati Sindaco delle prossime elezioni Amministrative di Padova

Leggiamo con sorpresa nei siti web dell’amministrazione e di diversi quotidiani (es. PadovaOggi del 23 Novembre 2013), che il settore Verde del Comune di Padova lancia l'iniziativa "Alberiamo Padova" che prevede la possibilità per un cittadino/privato di acquistare a prezzo "scontato" un albero da piantare in città e l'intenzione del settore di piantare nel 2014 3000 nuovi alberi e negli anni successivi 1800 alberi all'anno.
Le azioni e iniziative del Comune ed in particolare del settore verde degli ultimi due anni hanno mostrato in tutta la loro brutale evidenza come la strategia ambientale dei nostri amministratori sia stata esattamente l'opposto, e questa iniziativa è pura propaganda elettorale sostenuta con i soldi dei cittadini e finalizzata a cancellare dalla memoria degli elettori i devastanti danni ambientali commessi da tale amministrazione a Padova.
Dal punto di vista ambientale-urbanistico vanno segnalati i reiterati piani di cementificazione selvaggia della città perseguiti contro la volontà dei cittadini: il tentativo di costruire il nuovo Auditorium in Piazzale Boschetti (e la sua destinazione a verde tuttora a rischio), di costruire edifici nell'ansa Borgomagno dopo aver promesso la sua destinazione a verde, di costruire un grande parcheggio sotterraneo con centro commerciale in piazza Rabin (Prato della Valle), di eliminare il campo da calcio di via Dottesio per farci un parcheggio, di costruire un ecomostro cubico di 6 piani denominato "Casa delle Genti" in via delle Melette, etc.
Non siamo certo contrari ai progetti e alle edificazioni utili alla comunità e orientate alla salute al benessere e alla vera riqualificazione della nostra città. Ma a questa pervicace azione di imposizione del "cemento che ride" calata dall'alto e presentata falsamente come necessaria a migliorare i servizi e la qualità della vita di Padova, si aggiunge la mortifera azione di albericidio del settore verde guidato dal dr. Barbariol e da Andrea Micalizzi.
Dal Gennaio 2012 il settore verde ha abbattuto 758 alberi (dati raccolti e combinati dal sito web del Settore sugli abbattimenti), circa il 6.3% di tutti quelli su strada, quasi tutti di medie-grandi dimensioni, con la scusa che erano malati e a rischio schianto. Questa incredibile efficienza nella distruzione del verde cittadino si è avvalsa spesso di procedure di emergenza atte ad aggirare le richieste di trasparenza dei cittadini, dell'intervento sistematico della polizia municipale e delle minacce di denuncia (Micalizzi su Mattino del 11-06-2013) contro anziani e ragazzi scesi in strada a difendere qualche albero da perizie frettolose e indiscriminate. In realtà, come temuto dai cittadini, dalle analisi preliminari del Comitato Difesa Alberi, solo una piccola frazione (circa il 10-15%) di tali alberi era a rischio schianto, usando i criteri internazionali più consolidati e adottati in Germania e negli USA, il grosso dei rimanenti alberi non era a rischio di schianto scientificamente dimostrato. Queste grandi piante rimuovevano oltre 38.000 kg di anidride carbonica all'anno senza contare gli altri pericolosi inquinanti tra cui le cancerogene PM10 e PM2.5. I giovani arbusti reimpiantati dal settore verde (tra l'altro vengono volutamente usate specie arbustive che da adulte rimangono di piccola taglia), quando sopravvivono all'arsura estiva, rimuovono ciascuno al massimo qualche Kg di anidride carbonica all'anno e praticamente nessun inquinante.
Un taglio così massiccio di grandi alberi ha deturpato, inquinato e surriscaldato la nostra città così che i viali alberati intatti sono ormai pochissimi, mentre molte strade sono ormai deserte. La conferma inequivocabile delle conseguenze di questa politica irresponsabile, non sostenibile, a favore di cemento e mobilità, viene dai dati sull'inquinamento dell'agenzia europea per l'ambiente (European Environment Agency Report October 2013; Corriere della Sera e Corriere del Veneto, 15-10-2013): Padova è risultata al primo posto tra tutte città europee per livelli di ozono e ai primi posti con altre città padane per PM10. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato ufficialmente, poche settimane fa (WHO-IARC report 17-10-2013), che il mix di inquinanti da traffico, sono sicuri potenti cancerogeni (Gruppo 1), e il numero di cittadini che si ammalano di cancro ai polmoni per l'inquinamento (oltre all'aumento del rischio di infarto e diabete) sono in rapida ascesa nelle città più inquinate d'Europa e d'Italia (studio epidemiologico ESCAPE, The Lancet Oncology, Agosto 2013). Il settore verde ha piantato alberelli giovani nei siti di quelli abbattuti solo in una piccola percentuale di casi, a volte con la scusa che non c'erano fondi (basta leggere il sito ufficiale del settore che per gli ultimi 88 abbattimenti prevede il reimpianto, forse, nei siti originali solo nel 35% circa dei casi). In molti casi gli alberelli sono stati messi a dimora lontano dalle strade originarie, spesso negli argini o sotto i cavalcavia.
Quindi la credibilità della pubblica amministrazione nel mantenere i propositi promessi in "Alberiamo Padova" è prossima allo zero. I cittadini possono valutare i dirigenti e le loro capacità solo per quello che hanno fatto (o disfatto), non per le cose stupefacenti che promettono di fare. I dirigenti del menzionato settore dovrebbero capire che a fronte della loro credenza anti-biologica che tigli, platani o bagolari, in città, all'età di 30-40 anni siano a "fine ciclo" e vadano abbattuti, c'è attualmente solo una categoria di esseri viventi che, per quanto giovani, sono di fatto a "fine ciclo" e sono i politici che ancora credono di ricevere dagli elettori una delega in bianco che poi verrà usata contro i cittadini stessi, la loro salute e il loro benessere, cercando di convincerli che è per il loro bene. Questo non riguarda certamente solo il settore pubblico menzionato, per il quale non proviamo nessuna animosità né ostilità personale (anzi, riteniamo le persone qui citate personalmente e umanamente simpatiche), ma dal quale ci separa un enorme divario nel metodo così come nei contenuti, sia culturali che scientifici.
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Firme della prima bozza (cittadini di Padova in ordine alfabetico): Alessandro Angrilli (Comitato Difesa Alberi, Prof. di Psicobiologia, UniPD), Piero Amodio (Comitato Difesa Alberi, Prof. di Medicina Interna, UniPD), Emanuela Bettella (Comitato Difesa Alberi), Gianluca Bettella (Comitato Difesa Alberi), Francesca Bettella (Comitato Difesa Alberi), Marina Bolletti (Associazione Alvise Corsaro), Rosetta Bolletti (Società Amissi del Piovego), Sergio Costa (Società Amissi del Piovego), Giuseppe Gangemi (Comitato Difesa Alberi, Prof. di Scienza dell'Amministrazione, UniPD), Francesca Gelli (Comitato Difesa Alberi, Prof. di Politiche Pubbliche e Pubblica Amministrazione, UniVE), Elio Franzin (Presidente Onorario Società Amissi del Piovego), Roberto Marinello (Coordinatore del Comitato Difesa Alberi), Flavio Menegazzo (Comitato Difesa Alberi), Laura Menegazzo (Comitato Difesa Alberi), Daniela Moressa (Comitato per il Verde Mandria), Francesco Palermo (Comitato Difesa Alberi), Ildikò Szabò (Prof. di Biochimica, UniPD), Maurizio Ulliana (Presidente della Società Amissi del Piovego), Daniela Toazza, Paola Zonato (Comitato Difesa Alberi), Mario Zoratti (Comitato Iris, dirigente CNR Istituto di Neuroscienze).

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