Osservazioni alla VIA del progetto definitivo della Superstrada Pedemontana Veneta
Per: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
: Osservazioni alla VIA del progetto definitivo della Superstrada Pedemontana Veneta
I sottoscritti cittadini e consiglieri comunali
premesso e richiamati:
Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 31.07.2009; l’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3802 del 15.08.2009; il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione prima) con Sentenza del 23.11.2011 N. 10184/2011 REG.PROV.COLL. N. 09866/2010 REG.RIC.; le leggi istitutive della Pedemontana Veneta del 23 dicembre 1998 n. 448 (Legge finanziaria per l'anno 1999; art. 50, comma 1, lett. g) e l'art. 145, comma 75, della Legge 23 dicembre 2000 n. 388 e le loro peculiari prescrizioni; le due conferenze di servizi di Roma in data 1.3.2001 e Castelfranco Veneto in data 30.3.2001; e quanto nella sostanza richiesto dai Comuni, in modo circostanziato in quelle sedi, ai fini dell'esercizio dell'opzione superstradale,
visionato
il progetto posto in VIA relativo al lotto 2 tratta B che pur in modo parziale, tardivo e contraddittorio è stato sottoposto alla procedura di compatibilità ambientale,
si rileva quanto segue:
Il Progetto è in contrasto con la legge istitutiva della Superstrada Pedemontana Veneta ( L. 23.12.2000 n. 388) in quanto:
1- I parametri di dimensionamento, sono di tipo autostradale, con caselli e complanari e non di tipo superstradale, come deliberato dal Parlamento;
2- Non viene rispettata la prescrizione del massimo riuso dei sedimi e strade esistenti, visto che in particolare modo, lungo la tratta della “Nuova Gasparona, S.P. 111”, il nuovo asse viario si sposta a nord e a sud, entra in trincea o galleria, corre su nuovi ponti, viadotti o rilevati,come un ottovolante, distruggendo quasi completamente la Provinciale, costruita da pochi decenni, senza prevedere il semplice allargamento laterale della stessa, e l'eliminazione degli incroci a raso, ricucendo la viabilità esistente e migliorando alcune criticità viabilistiche;
3-Questa pachidermica infrastruttura di tipo autostradale, chiusa e con caselli ogni 5-10 Km, ha un impatto notevolmente maggiore del servizio che potrà rendere al territorio, in quanto poco permeabile ma concentratrice di traffico, con complanari e caselli che occupano 1 milione di mq. in più di territorio agricolo, che alterano irreparabilmente l’importante contesto paesaggistico-ambientale della fascia pedemontana;
tutto ciò premesso
si chiede:
che la presente Valutazione di Impatto Ambientale dia esito negativo, ovvero si richieda al soggetto proponente la realizzazione di un nuovo Studio di Impatto Ambientale conforme ai parametri di legge, in particolare per quanto riguarda la tratta in sovrapposizione alla superstrada Nuova Gasparona, nel quale si rispettino tutte le peculiari prescrizioni della legge istitutiva della SPV di cui sopra, e le rimarcate prescrizioni del CIPE, le modifiche e raccomandazioni di Sindaci, Parlamentari, Ministeri e Tecnici.
Più precisamente si richiede:
1- recupero dell'area di sedime dell'attuale Nuova Gasparona, mediante il semplice suo allargamento rispetto all'asse geometrico attuale e mantenimento della livelletta attuale, con ricavo finale delle 4 corsie, due per senso di marcia, con corsia d'emergenza; eliminazione di tutti gli attraversamenti a raso mediante sottopassi/sovrappassi, con il mantenimento del reticolo stradale esistente;
2. sistemi innovativi di riscossione dei pedaggi (vignetta o bollino) con minimizzazione di occupazione di suolo con gli svincoli; evitando nel modo più assoluto i caselli e le assurde complanari, diluendo il traffico e non concentrandolo sui caselli, appetibili punti di nuova edificazione, risolvendo le situazioni critiche e ricucendo la viabilità esistente;
3. verifica puntuale della salvaguardia idrogeologica dei pozzi e degli acquiferi, studio sulle possibili variazioni del regime di falda, convogliamento delle acque di dilavamento anche in condizioni accidentali di sversamento di inquinanti nella zona ad altissima vulnerabilità della fascia pedemontana, in una fascia di ricarica della falda che fornisce acqua a metà Veneto, in zone ad altissima probabilità di esondazione;
4. inserimento sulle zone laterali di fasce boscate, con piante autoctone e tipologie coerenti con le tradizionali siepi campestri rurali, e inserimento di barriere artificiali in tali ambiti nel caso di superamento dei livelli sonori ammissibili;
5. La riduzione dei costi, che per la sola tratta da Rosà a Breganze è di oltre 150.000.000 €, mediante il semplice recupero integrale della Nuova Gasparona, evitando la costruzione di caselli e complanari; anche al fine di contenere il più possibile l'entità del pedaggio, valutando la riduzione o la gratuità permanente per i residenti in alcuni tratti;
6. verificare come l'opera si inserisca nel contesto viabilistico e della mobilità nazionale e regionale e se i flussi di traffico previsti risultino confermati. Valutare quindi, in maniera puntuale, i flussi di traffico sulla SPV in progetto, congiuntamente a strade di scorrimento veloce e autostrade lungo l'asse Nord-Sud, quali la 'Valsugana Valbrenta-Bassano'da Calstelfranco verso Trento e il prolungamento della A 31 Valdastico, verso Trento, la cosiddetta 'Valdastico Nord', già programmate, il cui iter è avviato, con progetto preliminare e SIA presentati presso il Ministero dell'Ambiente.
7. Pubblicazione della convenzione economica sul project, al fine di un suo esame ed eventuale modifica/integrazione per rendere effettivamente l'opera sostenibile, sulla scorta dei reali flussi di traffico, evitando sprechi, debiti e sorprese future per la Pubblica Amministrazione.
Ciò facendo, si consentirà una realizzazione in tempi rapidi, in collaborazione costruttiva con i Comuni e il territorio (dando così concreta attuazione alle modifiche introdotte al Titolo quinto della carta costituzionale) e anche delle imprese assegnatarie, attuando una perfetta sinergia che sta alla base delle più recenti ed apprezzate VIA a livello europeo. Nella finalità condivisa del bene comune, non si possono aprioristicamente escludere degli attori, ma tutti devono poter produrre il loro contributo.
Nella sostanza si chiede che venga operata una modifica progettuale, di semplice e rapida attuazione che rispetti la legge istitutiva e fornisca risposte coerenti con le vere esigenze del territorio, in tempi brevi e soprattutto non sprecando risorse. finché si è in tempo, rimediamo agli errori progettuali, agli sprechi e alla devastazione del territorio.
In fede: