Per l'Archivio di Stato di Genova
Per: On. le Enrico Letta, Presidente del Consiglio dei Ministri, On. le Massimo Bray, Ministro per i Beni e le Attività culturali
Al Presidente del Consiglio dei Ministri, On. le Enrico Letta
Al Ministro per i Beni e le Attività culturali, On. le Massimo Bray
Al Ministro per i Beni e le Attività culturali sta per essere sottoposto un progetto di riorganizzazione del Ministero, in base al quale gli Archivi di Stato, esistenti in ogni capoluogo di Provincia, saranno divisi in due categorie: nella prima, con la denominazione di Archivi nazionali, troveranno posto gli Archivi considerati più importanti, che saranno sedi dirigenziali e dipenderanno direttamente dalla Direzione generale; nella seconda i piccoli Archivi provinciali, retti da un funzionario, che dipenderanno dalle (nuove) Soprintendenze archivistiche, uffici che attualmente assolvono ai compiti di vigilanza sugli archivi non statali su base regionale.
Ebbene, l’elenco degli Archivi nazionali presente nel progetto di riforma è composto da nove Istituti situati nelle seguenti città: Venezia, Firenze, Torino, Milano, Roma, Napoli, Palermo, Bologna, Bari (modifica del capo III, art. 15 comma 1 bis del D.P.R. 26 novembre 2007, n. 233).
Non si comprende in base a quale criterio questo elenco sia stato redatto e perché da esso manchi l’Archivio di Stato di Genova.
Se il criterio fosse quello di assegnare gli Archivi nazionali ai capoluoghi di regione, Genova è capoluogo di Regione; se alle città metropolitane, Genova è nell’elenco delle città metropolitane.
Se la discriminante fosse quella della consistenza della documentazione conservata, Genova, in base alle statistiche ufficiali del Ministero, è pari e in alcuni casi supera quella di alcuni Archivi inclusi nell’elenco. La stessa considerazione vale se si applica il criterio del numero di presenze di utenti nella sala di studio.
Se si intende trasformare in Archivi nazionali le attuali sedi dirigenziali, Genova lo è da sempre, e subisce da questo progetto di riforma un radicale declassamento.
Se si vuole elevare al rango di Archivi nazionali gli Istituti delle città capitali degli Stati preunitari, vale la pena rammentare agli smemorati estensori del progetto che Genova è stata capitale ininterrottamente per sette secoli, dalla fine del sec. XI al 1805, più a lungo di circa la metà delle città incluse nell'elenco.
Se infine ci si vuole basare sull'importanza del patrimonio documentario conservato e sulla sua notorietà a livello nazionale e internazionale sarà bene ricordare che l'Archivio di Stato di Genova custodisce il più antico e vasto archivio notarile del mondo, con il più antico registro che ci sia pervenuto, risalente al 1154. Un archivio che non ha eguali per la varietà delle tipologie contrattuali e per l'ampiezza degli orizzonti geografici, che illumina la storia economica, sociale e culturale dell’Europa medievale e moderna dall’Inghilterra alle Fiandre, dalla Spagna al Maghreb, dal Levante al Mar Nero e che per questo da due secoli è al centro degli studi di storici del mondo intero. è per questo archivio che nel 1949 un grande storico, Armando Sapori, presentò un'interpellanza al Senato, chiedendo al Ministro provvedimenti speciali per la salvaguardia e la valorizzazione di quello che definì un «patrimonio italiano dell’umanità». è ancora l'Archivio di Stato di Genova a conservare l'immenso archivio del Banco di San Giorgio che non fu solo un potente istituto finanziario a livello internazionale, fu la prima banca pubblica d'Europa, fu il laboratorio dove si sperimentarono tecniche e strumenti finanziari che sarebbero stati poi applicati nel mondo intero. Si può continuare: Genova è l'unico Archivio dell'Occidente che conservi gli originali di documenti bizantini del XII secolo, per non parlare del corpus delle fonti colombiane e di documenti fondamentali per la storia del nostro Risorgimento.
Al Presidente del Consiglio, al Ministro per i Beni culturali, al Presidente della Regione Liguria, al Sindaco di Genova chiediamo di fare quanto è in loro potere per impedire una scelta che non solo è priva di qualunque senso (logico, storico, scientifico, politico, amministrativo), ma che rappresenta uno schiaffo a una città, alla sua storia e al suo patrimonio culturale e un'ulteriore spinta verso la marginalità di una Regione. Una scelta che avrà pesanti ricadute, oltre che sul prestigio, la visibilità e la valorizzazione del patrimonio, soprattutto sulla ripartizione delle risorse economiche e sui livelli occupazionali.
Hanno già aderito:
Livio Antonielli, Università degli Studi di Milano
Stefan Andreescu, Institutul de Istorie Nicolae Iorga, Bucarest
Franco Arato, Università degli Studi di Torino
Giovanni Assereto, Università degli Studi di Genova
Michel Balard, già Ordinario di Storia Mediovale, Università Sorbonne, Paris
Laura Balletto, Università degli Studi di Genova
Lev Beloussov, Rettore Russian International Olympic University, Direttore Dipartimento Storia Moderna e Contemporanea, Università Lomonosov, Mosca
Carlo Bitossi, Università di Ferrara, già Direttore Archivio di Stato di Genova
Didier Boisseuil, Università di Tours
Marco Bologna, Università degli Studi di Milano
Guillaume Bonnet, Directeur Adjoint Lettres, Ecole normale supérieure, Paris
Nicolai Borisov, Direttore del Dipartimento di Storia della Russia Medioevale, Università Lomonosov, Mosca
Cristina Borreguero Beltran, Università di Burgos
David Chilosi, London School of Economics
Adela Fabregas Garcia, Università di Granada
Giuseppe Felloni, già Ordinario di Storia Economica, Università degli Studi di Genova
Amedeo Feniello, Istituto Studi sulle Società del Mediterraneo, CNR
Alberto Garcia Porras, Università di Granada
Antonio Gibelli, già ordinario di Storia Contemporanea, Università degli Studi di Genova
Raul Gonzalez Arévalo, Università di Granada
Mariella Guercio, Università di Roma La Sapienza
Manuel Herrero Sanchez, Università Pablo de Olavide, Siviglia
David Igual Luis, Università di Castilla - La Mancha
Philippa Jackson, Villa I Tatti, Firenze
Maria José Justo Martin, Direttore Archivo Històrico Universitario, Santiago de Compostela
Sebastian Kolditz, Università di Bochum
Sergej Karpov, Preside della Facoltà di Storia dell'Università Lomonosov, Mosca, Accademico delle Scienze della Federazione Russa
Marie-Françoise Limon-Bonnet, Conservateur Général, Archives Nationales, Paris
Antonio Malpica, Università di Granada
Paola Massa, Università degli Studi di Genova
Klaus Peter Matschke, Università di Leipzig
Christian Neumann, Università di Bochum
Sandra Origone, Università degli Studi di Genova
Serban Papacostea, Accademia Romena
Antonio Pelaez Rovira, Università di Granada
Alberto Petrucciani, Università di Roma La Sapienza, Presidente della Società Italiana di Scienze Bibliografiche e Biblioteconomiche
Vito Piergiovanni, già Preside della Facoltà di Giurisprudenza, Università degli Studi di Genova
Valeria Polonio, Università degli Studi di Genova
Ausilia Roccatagliata, Università degli Studi di Genova
Rodolfo Savelli, Università degli Studi di Genova
Lorenzo Sinisi, Università degli Studi Magna Grecia di Catanzaro
Ivan Tuckov, Direttore del Dipartimento di Storia dell’Arte, Università Lomonosov, Mosca
Valeri Turcin, Accademico dell’Arte della Federazione Russa, Direttore del Dipartimento di Storia dell’Arte Russa, Università Lomonosov, Mosca
Valentin Yanin, Accademico delle Scienze della Federazione Russa, Direttore del Dipartimento di Archeologia, Università Lomonosov, Mosca
Agostino Ziino, già Ordinario di Storia della Musica, Università di Roma Tor Vergata, Presidente Istituto Italiano per la Storia della Musica
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Firmato la petizione
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