NO RIFORME ISTITUZIONALI, NO VOTO !!!
Per: Elettori italiani
Considerato che diversi partiti politici stanno dando la priorità alla modifica della legge elettorale, accantonando deliberatamente ogni altro provvedimento di riforma istituzionale, così come hanno fatto sostanzialmente con la riduzione delle indennità ai parlamentari, risolta semplicemente in un mancato aumento dei compensi, già in programma.
Tenuto conto che la legge elettorale è di prevalente, se non esclusivo, interesse dei partiti e non della cittadinanza, come vorrebbero invece contrabbandare, posto che l’elettore non avrebbe mai la facoltà di far inserire nelle liste alcun candidato, ma al massimo di esprimere la preferenza per un soggetto comunque indicato dalle gerarchie politiche.
Ritenuto di gran lunga più importante ed urgente, vista la limitata efficienza legislativa del parlamento, anteporre nel programma legislativo le modifiche della Costituzione intese a dimezzare quantomeno il numero dei parlamentari (il numero dei parlamentari italiani è inferiore nel mondo solo a quello dei cinesi e degli inglesi e supera quello di Stati Uniti e Canada, messi insieme), ad eliminare gli organi politici delle Province e le circoscrizioni comunali, ad unificare gli organi politici dei Comuni di piccole dimensioni, ecc. .
Ricordato che lo stesso Presidente della Repubblica ha sollecitato le parti politiche a mettere mano alle necessarie modifiche della seconda parte della Costituzione e che il Presidente del Senato ha avanzato il sospetto che i partiti abbiano già deciso di lasciare le cose come stanno, posto che già circolano, seppur in forma ufficiosa, ipotesi di modifica della legge elettorale che non prevedono alcuna riduzione del numero dei parlamentari.
Tutto ciò premesso, si fa appello a tutti gli elettori affinché in occasione delle prossime consultazioni elettorali, siano esse amministrative o politiche, rifiutino di votare qualsiasi partito politico che partecipi attivamente, in via prioritaria alla riforma della legge elettorale, accettando in tal modo di rinviare e quindi porre nel nulla le altre ben più pressanti riforme istituzionali.
