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IO DIFENDO I SERVIZI PUBBLICI IO DIFENDO CESIL E CSL

Per: Consiglio Regionale della Sardegna, Giunta RAS

La Regione Autonoma della Sardegna non ha ancora stabilito quale sia il destino dei Servizi per il Lavoro e per l’Inclusione Sociale, nonché quale possa essere il percorso di stabilizzazione degli operatori precari (Misure 3.1 e 3.4 POR Sardegna 2000/2006) che vi operano.
Alla luce delle criticità esistenti è necessario trovare una soluzione che consenta di predisporre non semplicemente una proroga dei contratti, ma la stabilizzazione più volte richiamata nelle normative Regionali (L.R. n. 3/2008 art.6 comma 1 lettera e; L.R. 1/2009 comma 13; L.R. 3/2009 art. 3 comma 6) tutelando i lavoratori precari che hanno già fatto una selezione pubblica e da circa un decennio mandano avanti i servizi dando attuazione a quella parte di politiche attive previste dalle direttive Europee e tanto care al legislatore regionale e nazionale.
Chiediamo un immediato passaggio dei servizi oggi in capo a provincie e comuni, con cessione dei contratti,
all’Agenzia Regionale per il Lavoro o in capo all’Assessorato al Lavoro con la costituzione di una specifica Direzione Unica.
Tale istanza nasce dal fatto che già da tempo sono state evidenziate numerose perplessità sulla possibilità di vedere stabilizzati gli operatori CSL/CESIL presso gli enti locali. A supporto di dette perplessità le norme che di fatto dettano tali impedimenti. Dal patto di stabilità (L. 6 agosto 2008 n. 133) alle finanziarie che pur emanate in tempi diversi hanno imposto il blocco generale delle assunzioni presso gli Enti Locali. Se a questo aggiungiamo le disposizioni nazionali in merito al riordino delle province e quanto deciso e indicato dall’esito referendario della scorsa primavera, quanto disposto nel DL 413 presentato dall’Ass. Liori è quantomeno anacronistico.
In ambito nazionale si prospetta un futuro in cui andrà rapidamente ridefinito il sistema della governance e delle deleghe. Tra le diverse ipotesi in circolazione anche quella che vede delle agenzie regionali raccordate con una nazionale.
L’ipotesi di un riordino dei servizi in capo all’agenzia Regionale per il Lavoro, forse vale un approfondimento. In tale senso si potrebbe ripartire dalla bozza presentata al tavolo tecnico regionale nel luglio 2011 che prevedeva il riordino dei Servizi con modifica della L.R. 20/05 prevedendo in prima battuta il trasferimento in capo all’Agenzia Regionale dei soli operatori precari dei CSL e dei CeSIL.
L’immobilità delle istituzioni regionali rischia di portarci alla chiusura degli sportelli e dei servizi, con ulteriore impoverimento del territorio già provato dalla crisi, priverebbe tanti disoccupati delle opportunità e del sostegno che Cesil e CSL forniscono ormai quasi da un decennio, e provocherebbe il licenziamento degli operatori, lavoratori precari, da sempre co.co.co o a tempo determinato.
E’ ora che il legislatore regionale ponga fine alla situazione d’incertezza e precarietà degli operatori e dei servizi specialistici pubblici per il lavoro e ne consolidi e rafforzi la rete territoriale, attraverso una gestione unica e programmata, affinché sia possibile continuare a fornire un valido supporto in risposta ai problemi occupazionali, di inserimento lavorativo e inclusione sociale.


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