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GIUSTIZIA PER I VOLONTARI DELLA LEGA NAZIONALE PER LA DIFESA DEL CANE DI GRAVINA DI PUGLIA E PER DEGLI INNOCUI CANI RANDAGI E DI QUARTIERE.

Per: Presidenza della Repubblica, Ministero della Giustizia, Ministero della Salute e al Sottosegretario di Stato On. Francesca Martini

GIUSTIZIA PER I VOLONTARI DELLA LEGA NAZIONALE PER LA DIFESA DEL CANE DI GRAVINA DI PUGLIA E PER DEGLI INNOCUI CANI RANDAGI E DI QUARTIERE. FIRMA ANCHE TU PER DIRE BASTA AI SOPRUSI DA PARTE DELLE ISTITUZIONI E PER CHIEDERE LE DIMISSIONI DEL SINDACO IMPLICATO NEI GRAVISSIMI FATTI SOTTO DESCRITTI, GIOVANNI DIVELLA.
FIRMIAMO TUTTI! INVITATE TUTTI I VOSTRI AMICI DI FACEBOOK E NON A FIRMARE PER QUESTA CAUSA!

COMPLIMENTI SINDACO!

Il Sindaco di Gravina in Puglia Giovanni Divella quale massima autorità sanitaria della sua città, crede fermamente di aver organizzato un brillante intervento a tutela del suo territorio.
Di seguito il Sig. Sindaco potrà meglio leggere ciò che è avvenuto realmente. I fatti. Peccato non sia stato permesso ai cittadini di scattare alcuna foto. Ci chiediamo "Perchè mai?" Considerando che il dott. Divella con orgoglio e chiarezza avrebbe potuto illustrare tutte le fasi dell'accaduto, in cui tecnici specializzati hanno con professionalità accalappiato cani feroci e mordaci..... come ad es. Spino, a cui è stato reciso il tendine di Achille da un filo di ferro conficcato e attorcigliato di proposito da qualche folle. Curato a spese dei volontari LNDC. La zampa è irrecuperabile. Celesina e suo figlio Nero, i beniamini del quartiere. Jambo anziano e malato.
Ringraziamo il Sindaco di Gravina in Puglia anche per la sensibilità dimostrata verso i nostri volontari, suoi cittadini. E' proprio vero se lo meritano. Da anni i volontari della Lega Nazionale per la Difesa del Cane si sostituiscono alle istituzioni latitanti.
“Ma Lei, caro Sindaco, sa quanti branchi di cani avrebbe dovuto accalappiare, e quanto denaro pubblico avrebbe dovuto spendere se queste persone meritevoli non avessero per anni sterilizzato, curato e accudito centinaia di animali, tolto dalle strade centinaia di cuccioli e cagne gravide, e indotto - con la loro opera di sensibilizzazione e informazione - proprietari di cani a non abbandonare i propri animali? Accollandosi oneri e responsabilità, spendendo migliaia di euro ogni mese, per anni, sacrificando la propria esistenza.
Abbassiamo pure i toni, noi siamo persone miti, i nostri volontari sono studenti, persone anziane, insegnanti, liberi professionisti, ma soprattutto cittadini onesti e generosi. Però ora chiarezza la si deve fare, la esigiamo tutti, desideriamo siano individuate le responsabilità per tanti atti crudeli, violenti, incivili e davvero inutili.
Lei Sig. Sindaco dia pure ragione a chi crede, noi andremo avanti, e mi creda, siamo davvero molti. Ed io Laura Rossi Presidente Nazionale Della Lega Nazionale per la Difesa del Cane sto con i miei volontari e con il signor Di Battista, un ignaro signore di settant'anni, cardiopatico, portato in galera come un delinquente, solo per aver difeso dei poveri animali sanguinanti e volontarie disperate. Vergogna!!

Laura Rossi
Presidente Nazionale
Lega Nazionale per la Difesa del Cane



I FATTI

1) Lunedi 18 aprile c.a. alle ore 10,30 circa, in Gravina (BA), le sigg.re Rosa Vacca e Nicoletta Meliddo, socie della Lega Nazionale per la Difesa del Cane – sez. di Gravina in Puglia, si recavano presso la scuola “Padre Pio” per svolgere attività di formazione e informazione sanitaria relativa al problema del randagismo.

Lungo il tragitto, mentre percorrevano la via T. Albinoni, avvistavano un furgoncino bianco recante del “Servizio Veterinario ASL BARI”, targato CP405KM, un automezzo blu dei Vigili Urbani di Gravina ed un’altra auto. Scorgevano fuori dal veicolo alcune persone che stavano procedendo alla cattura di cani randagi. Le ragazze notavano due cani legati, con catene di ferro attorno al collo e all’apparenza storditi (seppure uno di loro cercasse di dimenarsi per liberarsi dalle catene), al palo della segnaletica stradale e ad un palo di legno. A quella scena, la sig.ra Vacca parcheggiava la propria auto tra quei veicoli e si recava subito verso i cani per accertarsi del loro stato di salute.

2) Le due ragazze Vacca e Meliddo si qualificavano come volontarie della Lega del Cane sezione di Gravina e chiedevano ai due presunti accalappiacani di identificarsi, poiché erano sprovvisti dei cartellini identificativi e di uniforme. Non avendo avuto risposta, le due ragazze, pacatamente, riferivano che i cani coinvolti erano accuditi a titolo di volontariato dalla Lega del Cane, che si era anche fatta carico delle cure sanitarie degli stessi cani e chiedevano, quindi che gli animali fossero affidati, così come era sempre stato, alla loro responsabilità. Avuta risposta negativa, le due ragazze si rivolgevano la stessa richiesta alla veterinaria, presente sul posto, alla quale facevano notare che i cani mostravano ferite evidenti e abbondante fuoriuscita di sangue dalla bocca e dalle zampe. La sig.ra Vacca accarezzava il muso, il collo e la pancia di uno dei due cani legati alla catena (il pastore tedesco di grossa taglia) e mostrava le mani sporche del sangue del cane alla dott.ssa che, alla vista del liquido, urlava le seguenti parole: “toglietemi quelle mani piene di sangue davanti agli occhi!!” e si allontanava.

Una delle due ragazze telefonava alla Presidente della sezione gravinese della Lega informandola che i cani erano in pericolo di vita, feriti e sanguinanti oltre che palesemente scioccati.

3) I presunti accalappiacani trascinavano di forza con la catena e il corpo supino sull’asfalto il cane che sanguinava vistosamente, gettandolo riverso nel furgoncino (non munito di alcuna gabbia ma solo di catene). Nel furgoncino le ragazze scorgevano altri cani, per cui chiedevano alla dott.ssa di poter verificare che all’interno dello stesso non vi fossero cani innocui e accuditi dall’associazione, ma ricevevano l’ennesimo rifiuto con parole irriferibili.

Una delle due ragazze, alle ore 10.38, chiamava con il proprio cellulare il sig. Dibattista Liborio, socio della LNDC mettendolo al corrente dell’accaduto e richiamavano la Presidente.

4) Nel frattempo le ragazze si avvicinavano ai cani e li abbracciavano per tranquillizzarli, al ché uno dei due operatori, l’uomo più alto, tirava il cane con la catena, procurandogli ulteriore sofferenza e, infatti, il cane guaiva debolmente e si dimenava.

In quel frangente, arrivava sul posto il sig. Dibattista Liborio, il quale munito di fotocamera, si portava presso le ragazze. Il sig. Liborio notava che l’operatore strattonava il cane con la catena al collo, provocando il soffocamento del cane stesso, per cui, proprio allo scopo di salvare la vita all’animale, metteva le mani tra collo e catena nel tentativo di allargarla e, contestualmente, chiedeva all’operatore di evitare ulteriore sofferenza all’animale. L’accalappiacani, a quel punto, reagiva stringendo con maggiore forza il cappio con la catena, mentre il cane continuava a dimenarsi e guaire.

Alla vista di ciò, le sigg.re Vacca e Meliddo, scioccate per tale comportamento, imploravano il Vigile urbano presente di liberare l’animale dalle catene, chiedendone l’affido. In quel frangente, il sig. Dibattista veniva scaraventato per terra dall’operatore più alto, che, poi si girava verso le ragazze, le afferrava per un braccio e proferendo le seguenti parole “ora mi avete rotto i coglioni”, le scaraventava a terra, procurando loro lesioni per le quali le stesse sono state costrette a far ricorso alle cure del locale nosocomio. Dopo aver aggredito le ragazze, lo stesso operatore immobilizzava con una catena al collo il sig. Dibattista, il quale era già sofferente a causa della caduta, e proferiva la seguente frase: “Se non te ne vai, farai la stessa fine dei cani”. La sig.ra Vacca, alla vista di simile violenza, alle ore 10.42 telefonava al 112, richiedendo l’intervento dei Carabinieri.

Dopo pochi minuti, giungevano sul posto due auto dei Carabinieri i quali portandosi verso gli uomini, senza chiedere alcun chiarimento ai presenti, semplicemente strappavano dalle mani del sig. Dibattista la fotocamera, lo spingevano verso l’auto lì presente, intimandogli di salire in auto perché lo avrebbero condotto in caserma.

Il sig. Dibattista si limitava a chiedere la restituzione della macchinetta fotografica di sua proprietà, che però veniva restituita allo stesso, solo 5 ore più tardi in caserma e con la memoria scarica. Le ragazze, mentre i carabinieri trattenevano il sig. Dibattista, riferivano di aver allertato loro le forze dell’ordine e che l’aggressione era stata fatta dall’operatore, non dal sig. Dibattista, ma non venivano ascoltate.

5) Nel frattempo giungevano sul posto anche la sig.ra Lucia Pallucca e il sig. Vacca Donato, le ragazze venivano identificate dai Carabinieri i quali ordinavano a tutti i presenti di seguirli in caserma. Solo il sig. Dibattista veniva trasportato con la pattuglia di servizio. In realtà, gli accalappiacani non si recavano in caserma ma in zona Castello per prelevare altri cani, tra cui un rottweiler nero.

In caserma, il sig. Dibattista veniva portato in una stanza isolata, sanguinante e lasciato lì per circa 3 ore, contestualmente giungevano nella sala d’attesa della caserma anche le ragazze, accompagnate dalla Presidente sig.ra Pallucca.

Pochi istanti dopo, giungeva anche la socia Creanza che, preso atto dell’evidente stato d’agitazione delle ragazze, le quali accusavano forti dolori in varie parti del corpo, ne richiedeva l’accompagnamento al pronto soccorso. Dal locale pronto soccorso, le ragazze venivano dimesse con diagnosi di “trauma cranico minore” con riscontro delle ferite al capo per la sig.ra Meliddo ed al capo e al dito della mano destra per la sig.ra Vacca.

Le stesse tornavano in caserma e attendevano circa un’ora e mezza, prima di ricevere notifica dei reati di cui ai agli artt. 110, 340, 336, 337, 612, 594, 582 c.p., senza essere mai state ascoltate sui fatti da alcun pubblico ufficiale. La sig.ra Vacca richiedeva di poter rendere spontanee dichiarazioni ma le veniva risposto che avrebbe soltanto sporgere querela, a mezzo di un legale di fiducia.

6) Alle ore 11.30 circa, la sig.ra Creanza, allertata dalla Presidente della sezione di Gravina, insieme all’Avv. Francesco Marino, recatisi sui luoghi ove si erano svolti i fatti, notavano, in via L. Longo, il furgone della Asl e la pattuglia della Polizia Municipale.

Fermata l’auto a pochi metri, l’Avv. Marino e la sig.ra Creanza scorgevano un operatore che trascinava sull’asfalto e poi issava di forza sul furgoncino, non munito di alcuna gabbia regolamentare, un cane di taglia medio - grande, di colore chiaro, mentre altri cani erano già “stivati” all’interno del furgoncino stesso, legati dal collo con catene e poco a poca distanza l’uno dall’altro. I due scorgevano nel furgoncino, anche un cane tipo pastore tedesco di grossa taglia e un cane nero. Alla vista della sig.ra Creanza, munita di macchina fotografica, l’operatore chiudeva di fretta il furgoncino ed entrava nel veicolo per proseguire la marcia, ma la Creanza scattava foto della targa e dei luoghi.

Nel frattempo, sul posto si era formato un capannello di persone che confermavano al Vigile Urbano che i cani prelevati erano mansueti e considerati cani di quartiere. La sig.ra Creanza si rivolgeva al Vigile e ai due operatori, chiedendo loro la cortesia di recarsi in caserma per la ricostruzione dei fatti.

Alle ore 12,00 circa, L’Avv. Marino e la sig.ra Creanza, unitamente alla pattuglia della Polizia Municipale e al furgoncino della ASL, si recavano in caserma. Entrati nella sala d’attesa, la sig.ra Creanza chiedeva ad un carabiniere che si procedesse ad ispezionare il furgoncino parcheggiato fuori dalla caserma, in cui erano ancora chiusi i cani legati.

All’incirca dopo 15 minuti alcuni cittadini, tra cui i sigg.ri Ciaccia Antonio e Ceci Nicola si recavano presso la locale caserma dei carabinieri per denunciare l’accaduto e, in particolare, modalità di cattura crudeli, nonché l’uso di carne cruda con sostanze nocive.

Uno degli operatori presenti ammetteva l’uso della carne cruda ma negava la presenza di altre sostanze dannose.

Nel primo pomeriggio, il sig. Dibattista veniva tradotto al carcere di Bari. Soltanto il giorno successivo (il 19.04.11) il sig. Dibattista veniva rilasciato, in quanto il fermo non veniva convalidato.

Si riferisce, infine, che a pochi metri dal luogo dei fatti, veniva rinvenuto un cane addormentato e collassato. Testimoni riferivano di averlo visto cadere in terra e dimenarsi. Il cane in questione è stato soccorso dai volontari della locale sezione della LNDC.



Avv. Cosimo Martino

Lega Nazionale per la Difesa del Cane-Puglia



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Piera Rosati
dir. Ufficio Comunicazione e Sviluppo LNDC
[email protected]

Lega Nazionale per la Difesa del Cane
Via Catalani 73, 20131 Milano
cell. 335 7107106
Tel. 02 36565297
Fax 02 26116502
www.legadelcane.org


La Lega Nazionale per la Difesa del Cane invita i cittadini italiani che hanno a cuore la tutela degli animali ad esprimere il proprio educato ma fermo dissenso al gravissimo caso accaduto a Gravina di Puglia alle seguenti e-mail:

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GIUSTIZIA PER I VOLONTARI DELLA LEGA NAZIONALE PER LA DIFESA DEL CANE DI GRAVINA DI PUGLIA E PER DEGLI INNOCUI CANI RANDAGI E DI QUARTIERE., per Presidenza della Repubblica, Ministero della Giustizia, Ministero della Salute e al Sottosegretario di Stato On. Francesca Martini è stato creato da: Lega Nazionale per la Difesa del Cane sezione di Carbonia.
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