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Opposizioni unite per tre leggi minime

Per: Tutti i partiti di opposizione

Come previsto da molti Silvio Berlusconi ha bloccato questo Paese mettendo di traverso i suoi colossali conflitti di interesse ed utilizzando il suo abnorme potere economico e mediatico al fine di perseguire i suoi interessi particolari. La azione di governo è sostanzialmente ferma o è intasata dalla propaganda. L'onore ed il decoro del Paese è stato vilipeso e fortemente danneggiato. Ma lui resta lì, anche grazie a dubbie attività di pressione nei riguardi di singoli parlamentari ormai privi di coerenza e quindi credibilità.

Che fare?

E' tempo di fare proposte serie e percorribili, prima che sia definitivamente troppo tardi. Il problema che abbiamo di fronte va affrontato con razionalità e con le leggi di cui la nostra democrazia dispone.

Considerato il grave attacco all'ordinamento messo in atto da Silvio Berlusconi e dai suoi seguaci, è tempo di avviare iniziative volte al raggiungimento di quei risultati che sino a questo momento sono mancati. L'obiettivo è non solo ottenere le ovvie dimissioni di Silvio Berlusconi, ma anche che siano raggiunti i seguenti risultati minimi fondamentali:

1) Riforma della legge elettorale in modo da consentire la scelta degli eletti.

2) Promulgazione di una seria legge sul conflitto di interessi.

3) Promulgazione di una legge che impedisca eccessi di concentrazione nei media (giornali, riviste, televisioni, case editrici) e che obblighi a cedere le quote in eccesso. Nessun gruppo privato dovrebbe possedere più di una rete televisiva.

Le attuali concentrazioni di mezzi informativi e l’abnormità del conflitto di interessi sono la causa prima dell'attuale sorprendente stasi della vita pubblica, occupata, ostruita da una sola persona, che condiziona pesantemente tutto. Il martellamento televisivo protratto per anni ha ottenuto il suo scopo: sorprendentemente una parte significativa del Paese è indifferente di fronte alle terribili notizie che giungono, oggi come negli anni scorsi, a far luce sulla reale natura di Silvio Berlusconi e del suo potere "legittimo".

Finché non sarà cambiata la legge elettorale, rimosso il conflitto di interessi e ridotta la concentrazione nei media sarà impossibile voltare davvero pagina.

Le probabili nuove elezioni portano un rischio gravissimo: che Silvio Berlusconi ed i suoi alleati, forti dell’abnorme potere mediatico di cui Berlusconi dispone, di una legge elettorale vergognosa, e facendo leva sulla disunione delle opposizioni, ottengano nuovamente una maggioranza parlamentare che a quel punto verrebbe usata per stravolgere definitivamente il quadro istituzionale e democratico del nostro Paese, a danno soprattutto dei più deboli.

Se le opposizioni convergessero sull’idea di presentarsi unite alle elezioni (mantenendo liste e simboli diversi) con l'obiettivo di ottenere in una breve legislatura "costituente" queste leggi minime, alla successiva ripresa dell'attività parlamentare si potrebbe sperare di riavviare il Paese.

Poiché sino a questo momento le opposizioni sono sembrate più impegnate a discutere di argomenti sui quali appaiono disunite, si deve indicare con forza alle opposizioni come unica strada percorribile quella di ottenere subito questi obiettivi minimi, tesi a rimuovere la minaccia alla radice.

Le dimissioni di Berlusconi, ancorché ovvie e necessarie, non risolverebbero da sole il problema che la nostra democrazia deve affrontare, perché altri potrebbero agire al posto di Berlusconi proseguendo sotto altro nome lo smantellamento progressivo delle regole istituzionali e democratiche, che hanno già subito attacchi gravissimi. Tale smantellamento è possibile per il conflitto di interessi e per lo squilibrio nella informazione televisiva. Questa azione ha già ottenuto lo stravolgente risultato di far apparire discutibili questioni che non lo sono (l’eguaglianza dei cittadini davanti alla legge, il ruolo della magistratura, la presunta libertà di fare quel che si vuole a casa propria a prescindere dal codice penale, la liceità delle voci dissidenti, l’uso delle reti televisive pubbliche, ecc. ecc.).

Siamo indignati e scossi per lo svilimento della vita pubblica, la mercificazione delle donne, l'appropriamento delle istituzioni, ridotte al ruolo di strumenti per una sola persona. Una sola persona pensa ai suoi interessi e non a quelli del Paese.

Ci appelliamo pertanto alle opposizioni perchè siano unite sin da subito nel perseguimento di questi obiettivi minimi tesi a salvare la nostra Repubblica oggi sotto un grave attacco: 1) legge elettorale; 2) conflitto di interessi; 3) concentrazione nei media.




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