DIMISSINI DEL SINDACO DI GENOVA MARTA VINCENZI(PARTITO DEMOCRATICO)
Per: COMUNE DI GENOVA; PROVINCIA DI GENOVA; REGIONE LIGURIA; MIUR
Il giorno 4 novembre, ad una settimana dall’alluvione che aveva investito le cinque terre, la città di Genova è stata colpita da un violento nubifragio che ha provocato lo straripamento dei fiumi ed una conseguente grande onda di fango misto ad acqua e detriti che ha spazzato via mezza città provocando, oltre ad ingenti danni alle infrastrutture, la morte ed il ferimento di diversi cittadini.
Sei i morti accertati per questo disastro, più alcuni dispersi non certi che per adesso non si trovano.
Tra le vittime, anche una ragazza di 19 anni ed una giovane madre che erano uscite di casa per recarsi a prendere i propri familiari presso le scuole della città; le scuole, infatti, ad eccezione della sola area di Sestri Levante non erano state chiuse, a differenza delle sedi comunali e provinciali e dei cimiteri.
Il primo cittadino di Genova Marta Vincenzi(PD), che prima di intraprendere nel 1993 la carriera politica nelle fila del Partito Democratico fu prima una professoressa di filosofia ed poi un dirigente scolastico in un istituto secondario del quartiere di Bolzaneto, nella serata di venerdì ha rilasciato alla stampa le seguenti affermazioni a proposito della mancata chiusura delle scuole nonostante la protezione civile avesse dato l’allerta due su tutta Genova per tutta la giornata: <<è’ stato un bene aver tenuto le scuole aperte; avere bambini dentro la scuola, anziché avere bambini portati avanti e indietro a casa del nonno, degli zii o degli amici è di per sé un fatto di prevenzione”>>.
Nei fatti la prima indicazione rivolta ai cittadini che prevede l’allerta due, su una scala di quattro, è quella di non mettersi in movimento, di non girare con le proprie auto per le strade della città.
Paradossalmente, quindi, il Comune di Genova ha confuso i cittadini: da un lato ha comunicato che i cittadini non dovevano muoversi per la città e non dovevano girare in auto per le strade per l’intera giornata di venerdì, dall’altro ha disposto l’apertura delle scuole di tutta la città ad eccezione di quelle della sola Sestri Levante a scopo preventivo, affinché i ragazzi potessero avere un luogo sicuro in cui poter stare.
L’amministrazione comunale forse non aveva calcolato che:
i) L’apertura delle scuole di per sé costituisce un segnale rassicurante per i cittadini, che in questo modo sono stati indotti a sottovalutare l’allerta data dalla protezione civile ed a ritenere che l’andare a scuola fosse l’andare in un luogo senza rischi
ii) Gli studenti delle scuole degli asili nido, dell’infanzia, delle scuole primarie e delle scuole secondarie di primo grado si recano a scuola accompagnati da un maggiorenne nella quasi totalità dei casi
iii) L’apertura delle scuole di per sé, quindi, presuppone uno spostamento dei cittadini all’interno della città
iv) L’apertura delle scuole significa anche che migliaia fra educatrici, maestre, insegnanti, Ata(assistenti tecnici amministrativi), DSGA e Dirigenti scolastici si sposteranno nella città nell’arco della giornata
Stupisce, quindi, che ancora una volta si sia dato ai cittadini l’immagine della scuola come un luogo immune dai pericoli; le scuole, siano pubbliche, private o paritarie, devono essere assimilate a tutte le altre infrastrutture del servizio pubblico e se giudicate a rischio devono essere chiuse.
Le scuole non significano soltanto dei ragazzi sotto un tetto, ma significano anche personale che si muove per andare al lavoro e per far funzionare la scuola, tante mamme, papà, nonni, zii e fratelli o sorelle che accompagnano gli studenti e tante auto mobili oppure autobus che si muovono per la città all’entrata oppure all’uscita da scuola.
Per tanto dobbiamo guardare al comportamento del sindaco, che in questo caso si trovava a dover decidere su un argomento a lei particolarmente caro visto il suo passato da dirigente scolastico e prima ancora da insegnate, come a un qualcosa di sbagliato che non si deve ripetere mai più.
Chissà se la Marta Vincenzi Dirigente Scolastico avrebbe fatto la stessa scelta della Marta Vincenzi sindaco?
Di certo il “perdere la vita perché si è andati a scuola” è un qualcosa che difficilmente le nostre coscienze potranno accettare.
Non si può neanche accettare che il sindaco di una città così importante come Genova, e che in passato sia stata prima una professoressa e poi un Dirigente Scolastico(vale a dire un Preside), abbia commesso una tale "leggerezza".
Per tanto chiediamo al sindaco di dimettersi dalla sua carica per rispetto alle vittime.
La legge è uguale per tutti: chi sbaglia deve pagare per gli errori commessi.
Che sia il primo cittadino oppure un semplice dipendente del settore pubblico o privato oppure un libero professionista.