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Lettera aperta ai vescovi della Liguria

Per: I vescovi della Liguria

Pensavamo con alcuni amici laici cattolici impegnati di scrivere un documento nel quale manifestare preoccupazione per la situazione italiana e per il disagio emergente nella comunità cristiana.

Facciamo nostro il documento di un gruppo di cattolici di Parma che bene corrisponde alla nostra sensibilità. Se siete d'accordo, vi invitiamo a sottoscriverlo e diffonderlo.


A tutti i vescovi della Liguria

Siamo un gruppo di laici cattolici, amanti della propria Chiesa, che vorremmo sempre più rinnovata dallo spirito conciliare, e del nostro Paese, in cui ogni giorno cerchiamo di operare con la bussola del Vangelo e della Costituzione.

Anche noi siamo stati profondamente turbati e disgustati dalle vicende che hanno coinvolto il Presidente del Consiglio, perché pensiamo che i suoi sconcertanti comportamenti costituiscano una devastante lezione di disvalori per i giovani e le famiglie: dalla concezione della donna come oggetto e merce di scambio, fino al sospetto di induzione alla prostituzione minorile, dall’invito al successo facile, alla esibizione della ricchezza, al libertinaggio, in un contrasto e distacco abissale con i veri problemi delle donne e famiglie del nostro Paese.

Soprattutto riteniamo che nessun cittadino, tanto meno il Presidente del Consiglio, possa considerarsi al di sopra della legge, fuggire dai giudici, rovesciare con violenza e con lo strapotere dei mezzi mediatici la sua verità fatta di omissioni e menzogne, secondo una concezione proprietaria dello Stato e della democrazia, che attribuisca al voto popolare la legittimazione di un potere sovraordinato agli altri poteri costituzionali e l’immunità da qualsiasi limite o censura, nemmeno quando si configurano ipotesi di gravi reati.

La sofferenza che noi subiamo è aggravata dall’osservare persone, ma anche movimenti, che dichiarano di appartenere alla nostra stessa Chiesa e che, come anestetizzate dai messaggi pressanti di un pensiero unico, si lanciano in una difesa ad oltranza di comportamenti assolutamente indifendibili quantomeno sul piano morale, nonostante evidenze che lo stesso soggetto attore ha più volte vantato.

Negli ultimi giorni abbiamo accolto con grande conforto gli interventi dei settimanali cattolici, di Famiglia Cristiana e dell’Avvenire fino all’alto messaggio del Pontefice, del cardinal Bertone, che invita a moralità e legalità ed infine del Presidente della Cei da cui sempre ci aspetteremmo parole forti e chiare di denuncia profetica più che diplomatica.

Spetta infatti a noi come laici cattolici, come membri del popolo di Dio, come espressione di quella opinione pubblica che nella Chiesa non ha voce e ha scarsa visibilità sui giornali e sui media, dare giudizi più precisi e fare scelte coerenti per svegliare le coscienze assopite e pretendere di essere governati da uomini degni e capaci. Ma riteniamo anche urgente una riflessione approfondita su questi ultimi quindici anni della vita pubblica italiana, assumendoci le responsabilità come laici cattolici di non essere stati sentinelle attente e di non aver contribuito a produrre gli anticorpi della democrazia e del bene comune a questo svilimento graduale dei valori.

Vorremmo che anche i nostri Pastori riflettessero sui danni enormi che il “berlusconismo” con la pervasiva e corrosiva cultura della mercificazione di persone e cose veicolata dai media, ha provocato all’Italia contribuendo a produrre quel disastro antropologico richiamato dal Cardinal Bagnasco.

Poiché infine crediamo che la laicità della politica e dello Stato costituisca la vera garanzia perché sia affermata la libertà religiosa e sia data forza alla rilevanza pubblica della fede religiosa, chiediamo che si costruiscano, in ambito ecclesiale, luoghi di dialogo e di corresponsabilità, in modo che attraverso l’apporto di laici cattolici – “adulti”, che vivono nel quotidiano la concretezza dei problemi e che autonomamente e autorevolmente agiscono nella “polis” al servizio del bene comune – la Chiesa tutta, Pastori e Laici, acquisisca maggior discernimento, coerenza e fedele aderenza alla parola del Vangelo.


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