Dimissioni di Marcello Dell'Utri
Per: Presidente del Consiglio
Art. 54 della Costituzione Italiana:
Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservare la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.
Nel dicembre 2004 il Senatore Dell’Utri è stato condannato in primo grado a 9 anni di reclusione con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Il Senatore è stato anche condannato a due anni di libertà vigilata, oltre all'interdizione perpetua dai pubblici uffici e il risarcimento dei danni alle parti civili, il Comune e la Provincia di Palermo.
Il 28 giugno 2010 lo stesso viene condannato in Appello a 7 anni di reclusione con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa ed alla refusione delle spese sostenute dalle parti civili.
Ci preoccupa e ci indigna il fatto che il senatore Dell’Utri abbia espresso soddisfazione per una condanna a 7 anni per un reato gravissimo, che parli di una realtà rovesciata, che continui a ritenere il mafioso Mangano un eroe.
Senatore, i nostri eroi sono persone come Giovanni Spampanato, Peppino Impastato, Piersanti Mattarella, Emanuele Basile, Giovanni Losardo, Gaetano Costa, Vito Jevolella, Pio La Torre, Rosario Di Salvo, Salvatore Raiti, Silvano Franzolin, Luigi Di Barca, Giuseppe Di Lavore, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Emanuela Setti Carraro, Domenico Russo, Calogero Zucchetto, Giangiacomo Ciaccio Montalto, Mario D'Aleo, Pietro Morici, Giuseppe Bommarito, Bruno Caccia, Rocco Chinnici, Mario Trapassi, Salvatore Bartolotta, Pippo Fava, Giuseppe Montana, Ninni Cassarà, Roberto Antiochia, Natale Mondo, Alberto Giacomelli Antonino Saetta, Stefano Saetta, Mauro Rostagno, Ida Castelluccio, Emanuele Piazza, Rosario Livatino, Antonino Scopelliti, Libero Grassi, Giuliano Guazzelli, Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Vito Schifani, Paolo Borsellino, Emanuela Loi, Walter Cusina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, Agostino Catalano, Giovanni Lizzio, Beppe Alfano, Pino Pugliesi, Giuseppe Montalto, Domenico Geraci e tutti i politici, imprenditori, sindacalisti, giornalisti, preti, dipendenti dello Stato che non si sono piegati di fronte alle Mafie ed hanno pagato un caro prezzo per tenere la schiena diritta.
Chi viene condannato per mafia non può continuare a svolgere alcun ruolo politico.
Su queste vicende uno dei più grandi partiti italiani, per giunta partito di governo, deve avviare una seria riflessione che ponga, concretamente, il tema del contrasto alle mafie e della selezione dei gruppi dirigenti.
C’è bisogno di estrema chiarezza.
Per senso di opportunità, per etica pubblica non può essere candidato, chi e’ condannato, anche se non in via definitiva, per reati così gravi.
Non può persistere in ruoli politici e non può ricandidarsi chi è condannato o rinviato a giudizio per reati di mafia.
Sono elementi indispensabili per costruire una nuova politica ed una nuova Paese.
Pertanto, con questo appello, noi cittadini italiani onesti, rispettosi della Costituzione e delle leggi della Repubblica Italiana,
CHIEDIAMO
l'aiuto di tutta la società civile, di tutta la stampa e di tutte le forze politiche che non vogliano considerarsi complici, affinchè aderiscano alla nostra iniziativa tesa a chiedere
LE DIMISSIONI DEL SENATORE MARCELLO DELL’UTRI