Prezzo dei carburanti in base al reddito
Per: Tutti gli Italiani
In Italia le accise, ossia le tasse, costituiscono una grandissima percentuale del prezzo dei carburanti. Detto questo, è facile dedurre che far gravare la stessa quantità di tasse su di un dipendente pubblico da 1.100 euro al mese e su di un imprenditore milionario sia una grandissima ingiustizia.
Richiesta:
Il sistema potrebbe funzionare in maniera molto più equa pagando le tasse aggiuntive al prezzo della benzina in rapporto alla propria situazione economica (ad esempio l'ISEE).
Modalità
1. si carica il proprio ISEE (o quello dei propri genitori, in caso di persona minorenne, inoccupata o altro) sulla tessera sanitaria, che è magnetica e funziona, guarda caso, come codice fiscale a lettura ottica o magnetica;
2. prima di fare benzina si inserisce la tessera in un apposito lettore (esattamente come si fa al distributore di sigarette) che, in base al reddito letto sulla carta, definisce la percentuale di tasse da pagare, e, di conseguenza, il prezzo finale alla pompa.
3. si definisce un rapporto lineare (e non a scaglioni di reddito) tra reddito e prezzo dei carburanti, definendo ovviamente un prezzo minimo (1,200 €/l ad esempio, per i redditi minimi) ed uno massimo (2,500 €/l per i redditi superiori a 500.000 euro ad esempio); è chiaro che il prezzo non può crescere all'infinito per i più abbienti né essere pari a zero; ed è anche chiaro che sia i minimi che i massimi possano variare solo in rapporto - auspicabilmente lineare - al prezzo del petrolio.
Benefici:
oltre che per una tassazione più equa dei beni in questione (i carburanti), questo sistema potrebbe essere utilizzato anche per la "caccia agli evasori fiscali", giacché un minimo controllo incrociato (a campione) tra le immagini a circuito chiuso delle pompe di benzina e dei rifornimenti fatti smaschererebbe in maniera immediata coloro che pagherebbero la benzina per la Ferrari con il reddito di un disoccupato.