Riduzione stipendi dirigenti pubblici
Per: parlamento
VISTI
La situazione di difficoltà finanziaria in cui si trova attualmente il nostro paese;
le difficoltà economiche in cui in Italia versano molti cittadini a causa dell'attuale situazione recessiva;
che l'adeguamento al costo della vita delle pensioni in essere di cui all'art. 24 del DL 201/2011 al comma 25 è previsto solamente per quelle inferiori al triplo del minimo (1.402 euro mensili per circa 18mila euro annui lordi);
gli articoli 3 e 4 della nostra Costituzione;
il decreto cosiddetto “Salva Italia” che prevede la limitazione degli appannaggi ai dipendenti e dirigenti pubblici al tetto corrispondente all'appannaggio del Primo Presidente della Corte di Cassazione, circa 300mila euro annui;
che lo stesso art. 24 del DL 201/2011 interviene anche con la volontà di armonizzare l'attuale disomogeneo e disequilibrato sistema pensionistico;
che i Cittadini sono tenuti a concorrere alla spesa pubblica in ragione della loro capacità contributiva (art. 53 Cost.);
che l'aumento delle imposte indirette quali IVA e accise sui carburanti colpiscono non in ragione della capacità contributiva dei Cittadini ma primariamente in ragione della loro necessità di spesa per la sopravvivenza e – per i fortunati che ce ce l'hanno – per l'esercizio del proprio lavoro;
CONSIDERATO
che in sede di emanazione del DL201/2011 il legislatore ha inequivocabilmente ritenuto che i detentori di pensioni superiori a circa 18mila euro annui siano da considerare sufficientemente “abbienti” da poter far fronte alle spese loro e delle loro famiglie potendo quindi rinunciare all'adeguamento del loro reddito al costo della vita;
che le centinaia di migliaia di funzionari e dirigenti dello Stato, degli Enti Locali, dei Ministeri, delle FFAA, della Magistratura e di ogni altro settore appartenente alla sfera pubblica sono anch'essi tenuti come qualunque altro cittadino a contribuire alla spesa pubblica;
che detti funzionari e dirigenti senz'altro – come ogni degno Cittadino della nostra amata Repubblica – nutrono lo stesso sentimento di appartenenza all'Italia, di dedizione al lavoro e di volontà di contribuire sia alla salvaguardia che all'ottimale funzionamento dello Stato da loro stessi garantito e rappresentato;
che le indiscusse qualità, unitamente alla eccezionale preparazione, di detti funzionari e dirigenti, sono tali che - nel caso non ritenessero opportuno sacrificare parte della loro retribuzione a favore della loro Patria in un momento di crisi - senz'altro avrebbero immediata possibilità di trovare impiego di pari o superiore responsabilità e retribuzione nel mercato del lavoro privato tanto in Italia quanto all'estero, così come in Italia vi sono sicuramente soggetti altrettanto preparati e qualificati eventualmente pronti a sostituirli;
CHIEDO
1.che la retribuzione di funzionari e dirigenti pubblici e/o di società o enti pubblici venga limitata non all'appannaggio del Primo Presidente della Corte di Cassazione ma al quintuplo del triplo della pensione minima, ovvero alla cifra massima di 90mila euro annui lordi. Questo sino al raggiungimento stabile del pareggio di bilancio e sino all'avvenuta riduzione del debito pubblico almeno al 75% del PIL o almeno per lo stesso periodo di cui al blocco dell'adeguamento delle pensioni (attualmente il biennio 2012-2013);
2.che tale limite venga introdotto anche per le pensioni in essere con una trattenuta ad hoc con salvaguardia solo per chi al computo puramente contributivo attualmente in vigore avrebbe comunque maturato ad una maggiore cifra;
3.che in futuro per tutti i lavoratori pubblici, così come per ed i titolari di qualsivoglia incarico/funzione/carica pubblica, le trattenute previdenziali non vadano oltre quanto necessario per raggiungere detta cifra di modo che lo Stato non debba trovarsi a dover garantire redditi di pensione superiori al quintuplo del triplo della pensione cosiddetta minima.
|
Firmato la petizione
115
Persone
Il vostro sostegno è molto importante. Sostenere questa causa. Firma la petizione.
|