PER UN GOVERNO DI CAMBIAMENTO
Per: Gruppi parlamentari MOVIMENTO 5 STELLE
Petizione diretta ai “rappresentanti del popolo”, Deputati e Senatori della Repubblica italiana appartenenti al Movimento 5 Stelle.
Premesso che:
- nel corso delle recenti consultazioni elettorali, ¼ degli elettori ha deciso di DELEGARE ai candidati del M5S alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica il potere d’agire per realizzare dei significativi cambiamenti nella politica sociale, economica, estera, istituzionale del nostro Paese;
- gli eletti del M5S non rappresentano soltanto gli iscritti al Movimento stesso, ma un numero decisamente superiore di votanti, tra i quali sono moltissimi coloro che non frequentano la rete, non partecipano attivamente alle assemblee che si tengono nel suo ambito e magari nemmeno sono in grado di utilizzare il pc ed internet per far sentire la loro voce;
- come tutti gli altri partiti, il M5S – benché non sia o non si definisca un partito - è costretto, ma anche tenuto ad INTERPRETARE (discrezionalmente) il significato ed il senso della volontà espressa da 8 milioni di persone, senza potersi trincerare dietro il paravento di una frase del cosiddetto “Non statuto”, redatto in una fase politica differente e nella convinzione che il risultato elettorale non gli avrebbe conferito la forza di cui ora dispone;
- una forza politica – partito o movimento, riformista o rivoluzionaria – non è degna di questo nome se non si dimostra capace di adeguare la sua azione ai mutamenti del contesto in cui opera e di cogliere le opportunità che quello le offre per poter realizzare i propri obiettivi;
- l’attuale situazione delle forze in campo in Parlamento, per demerito delle formazioni politiche tradizionali e per merito dello stesso M5S, ha indotto il segretario del PD a tentare di dar vita ad un governo che, a suo dire, dovrebbe esser finalizzato ad avviare un significativo cambiamento delle politiche sin qui seguite dalle coalizioni a guida PDL o sostenute dal medesimo PD e che, a tale scopo, egli ha esplicitamente richiesto di aprire un confronto privilegiato con i gruppi parlamentari del M5S;
considerato che:
- il fallimento di tale tentativo, comportando necessariamente un riposizionamento a destra del PD, con la conquista della direzione di quel partito ad opera di quella parte del gruppo dirigente che non solo ha malvolentieri accettato (come nel caso di Bersani e Fassina, per esempio), ma ha sostanzialmente condiviso la politica del governo Monti proponendone nel corso delle primarie la prosecuzione in forma riveduta e corretta (Renzi), potrebbe avere le seguenti conseguenze:
1) la formazione di un governo di larghe intese variamente denominato o camuffato, sostenuto dal PDL, da Scelta Civica e, volente o nolente, anche dal PD, con un accordo indecente sull’elezione del prossimo Presidente della Repubblica;
2) la continuazione della politica economica liberista deflattiva recessiva, di attacco ai diritti dei lavoratori, di ulteriore precarizzazione del lavoro e di riduzione drastica dello Stato sociale;
3) una possibile riforma elettorale volta a impedire alla formazioni nuove e necessariamente più piccole di entrare in Parlamento;
4) una riforma costituzionale di rafforzamento del potere esecutivo a scapito di quello legislativo;
5) la possibilità per Berlusconi di ricattare il PD nel caso di richieste di autorizzazioni a procedere o all’arresto, per non parlare dell’impossibilità di pensare che il PD possa votare per dichiararlo ineleggibile sulla base della legge del 1957;
I firmatari della presente petizione RICHIEDONO ai Cittadini eletti - ma pur sempre Deputati e Senatori, quindi in possesso della delega e del potere reale ed effettivo di decidere per conto dei loro elettori, che purtroppo non possono esser presenti in Parlamento e soprattutto non possono votare e decidere al posto loro – di:
1) ridiscutere democraticamente e pubblicamente – così almeno i loro elettori potranno conoscere le loro posizioni individuali sulla questione - a prescindere da quanto inciso nella pietra del “Non statuto” del M5S e in considerazione di quanto premesso, il loro atteggiamento nei confronti del tentativo del segretario del PD;
2) di abbandonare il loro aprioristico rifiuto di confrontarsi con il PD su un eventuale programma comune per un governo a termine;
3) di avanzare le loro condizioni - ossia le loro proposte in merito a provvedimenti urgenti in materia di politica economica, politica italiana in Europa, Stato sociale ed eventuali riforme istituzionali - per poter votare la fiducia, ovviamente mostrando disponibilità ad una ragionevole mediazione almeno su alcuni dei punti posti come imprescindibile oggetto dell’attività di un eventuale governo;
4) in alternativa, d’indicare una rosa di possibili nomi ai quali sentono di poter conferire la propria fiducia e di poter proporre alle altre forze politiche per un governo di scopo che realizzi un numero significativo di punti del programma condivisibili.
Torino, 25 marzo 2013
Giovanni Paiano
Lucia Cicalese