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No al Piano "La Buona Scuola" in Difesa la Scuola Pubblica nel rispetto degli artt.33,34 della Costituzione Italiana

Per: Parlamento, Gruppi Parlamentari, Partiti Politici

I Seguenti Insegnanti sottoscrivono la presente petizione con l'obiettivo di tutelare l’interesse dei sottoscrittori di difendere gli art.33 e 34 della Costituzione Italiana e quindi di mantenere il livello qualitativo dello stato sociale almeno pari a quello attuale.

La presente petizione ha l'obiettivo di evitare che le indicazioni delineate dal piano del Governo Renzi possano ulteriormente ridurre la qualità del servizio offerto dalla Scuola Pubblica. In particolare si vogliono esprimere le seguenti opposizioni:

1) NO ALL'INTRODUZIONE DELL'ORGANICO FUNZIONALE
"Il ruolo principale dei Docenti è quello di trasmettere conoscenza e competenza ai discenti con un rapporto diretto Docente-Classe. Le attività aggiuntive sono e devono restare collaterali a questo ruolo. Qualora si dovesse introdurre una figura aggiuntiva che si occupi prevalentemente delle attività subordinate all’attuazione dell’autonomia non assumerebbe più il ruolo di Docenza. Il suo ruolo sarebbe differente e distante da quello svolto dagli insegnanti e pertanto dovrebbe essere definito differentemente (ad esempio Personale per l’attuazione dell’autonomia) ed avere quindi un contratto, un inquadramento, una progressione di carriera e graduatorie distinte da quelle del Docente avente cattedra."

2) NO ALLA MODIFICA DELLA PROGRESSIONE DELLA CARRIERA DEGLI INSEGNANTI
Il Governo intende cambiare unilateralmente il contratto di lavoro trasformando gli scatti di anzianità in scatti legati al merito. L'impostazione indicata nel piano determinerà riduzione della qualità del servizio offerto agli alunni perchè gli Insegnanti potrebbero preferire le attività collaterali maggiormente visibili al Dirigente Scolastico trascurando in tal modo il duro lavoro in classe con gli alunni (poco visibile, molto impegnativo e non remunerativo) e anche perchè gli Insegnanti potrebbero ritenere, a priori, di essere esclusi all’ottenimento allo scatto considerando non affidabili le considerazioni finali del nucleo di valutazione. Inoltre, ritenendo impossibile fissare parametri oggettivi per misurare la qualità del lavoro svolto dai Docenti in classe e ritenendo impossibile garantire competenza e imparzialità del Nucleo di Valutazione (Mentor, D.S. altri membri e valutatore esterno), il piano determinerà subordinazione, nell’assunzione di incarichi, ai rapporti del docente con la dirigenza della scuola, avvio alla corsa alla frequenza corsi di formazione, spesso inutili e a pagamento presso strutture private esterne il cui unico scopo sarà quello di realizzare punteggio e appiattimento e subordinazione nelle scelte didattiche e scolastiche, in generale, al volere del Dirigente Scolastico, al fine di ottenere posizioni utili al raggiungimento dello scatto stipendiale;

3) NO AL SISTEMA DEI CREDITI
La valutazione dei crediti didattici non può che essere aleatoria e discrezionale (manca il requisito dell’oggettività). Infatti la qualità del docente è correlata ai risultati ottenuti a lungo termine dagli studenti e la certificazione di tale successo formativo è inattuabile. Inoltre, le classi sono eterogenee per provenienza, estrazione sociale e capacità personali, quindi verrebbero danneggiati i Docenti a cui sono affidate classi difficili; la necessità ad accumulare crediti formativi determinerà una frenesia a frequentare corsi di dubbio valore formativo, spesso a pagamento, con aggravi di spesa per i lavoratori; Manca nella proposta di legge la volontà di arginare la corruzione spesso correlata alla gestione di detti corsi..Infine non tutti potranno assumere ruoli utili alla maturazione di crediti professionali anche perché tali ruoli sono spesso affidati fiduciariamente dal Dirigente Scolastico.

4) NO ALLA RIDUZIONE DELL’OFFERTA AGLI ALUNNI CONSEGUENTE ALL’ELIMINAZIONE DELLE SUPPLENZE
Le supplenze, anche temporanee e brevi, devono essere assegnate in modo che venga rispettato il monte ore curricolare, pertanto, le supplenze devono essere svolte da Docenti abilitati nella disciplina da sostituire. Il timore che si ricorra a Docenti "tappabuco", soprattutto in periodi di crisi economica, è elevato e non si ritiene corretto far pagare, ulteriormente, la crisi e il nostro debito pubblico alle future generazioni.

5) NO AI PRIVATI NELLE SCUOLE PUBBLICHE NO AL FINANZIAMENTO PUBBLICO ALLA SCUOLE PRIVATE
La situazione attuale registra disparità nel diritto allo studio tra studenti che vivono in zone ricche e in zone povere e addirittura anche tra scuole diverse insistenti nello stesso territorio. La scuola dovrebbe essere lo strumento principale per colmare le diseguaglianze esistenti sul territorio nazionale. Dando, invece, la possibilità di ottenere agevolazioni fiscali ai finanziatori delle scuole pubbliche si determinerebbe che il finanziamento pubblico sarebbe privato della quota relativa alle tasse di coloro che sceglierebbero di agevolare le scuola del proprio territorio creando, di conseguenza, ulteriori squilibri. Sarebbe necessario impedire finanziamenti privati alle singole istituzioni scolastiche e convogliare i finanziamenti in un fondo nazionale da redistribuire in modo corretto sulle singole istituzioni scolastiche per le finalità richieste dai privati; Nessun finanziamento pubblico dovrebbe essere trasferito alle scuole private

6) NO ALL'ISTITUZIONE DELLE BANCHE ORE
Il testo della proposta riporta che il docente "guadagna delle ore" che saranno inserite in una "banca". Ore che dovranno essere restituite alla scuola. Si riferisce alle ore di servizio che rientreranno nelle giornate di sospensione che il Collegio Docenti delibera ad inizio anno. Tali ore dovrebbero essere recuperate durante l'anno scolastico in attività di supplenza. Non potendo riproporre l'aumento del carico orario degli insegnanti, già ampiamente bocciato dall'opinione pubblica nel 2012, il governo tenta di introdurlo nuovamente camuffandolo con recuperi di attività non dovuti.

La presente Petizione è nell'esclusivo interesse della Scuola Pubblica e verrà inviata, nell'interesse di ogni Cittadino Italiano, al Capo del Governo, al Ministro della Pubblica Istruzione, al Parlamento e a tutti i partiti chiedendo loro di impegnarsi per non inserire ulteriori norme che contribuiscano allo sfascio della scuola Pubblica.


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