Doppia preferenza di genere
Per: Consiglio Regionale della Sardegna
La rappresentanza delle donne in politica e nelle istituzioni vede l’Italia indossare la maglia nera. Il nostro paese è infatti agli ultimi posti, tra i paesi dell’Unione Europa, a causa della scarsa percentuale di donne elette in Parlamento, nei Consigli regionali, provinciali e comunali, nonostante la popolazione femminile rappresenti oltre la metà di quella nazionale (52% circa).
Nei paesi democratici come il nostro, il rapporto tra le donne e lo Stato è disseminato di stereotipi e discriminazioni, ma non è in discussione la parità giuridica. Gli ostacoli, che impediscono alle donne di arrivare ai vertici, sono di carattere sociale e culturale. Neanche le modifiche costituzionali degli ultimi anni, alcune variazioni delle leggi elettorali e degli Statuti regionali hanno influito positivamente sui dati.
I diritti politici delle donne, attuati attraverso una maggiore partecipazione femminile, devono trasformare il processo di selezione delle priorità in politiche pubbliche che favoriscano una governance più egualitaria e inclusiva.
Per favorire parità di accesso alle cariche elettive sosteniamo la proposta sulla “doppia preferenza di genere”, già presente nella legge elettorale n.4 del 2009 della Regione Campania, meccanismo normativo che prevede che: “L’elettore può esprimere, nelle apposite righe della scheda, uno o due voti di preferenza, scrivendo il cognome ovvero il nome ed il cognome dei due candidati compresi nella lista stessa. Nel caso di espressione di due preferenze, una deve riguardare un candidato di genere maschile e l’altra un candidato di genere femminile della stessa lista, pena l’annullamento della seconda preferenza"