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in ricordo di Olindo Meneghin

Per: Sindaco di Badia Polesine, Servizio Anagrafe, Stato Civile e Toponomastica, Comune Badia Polesine P.zza Vittorio Emanuele II, 279 - 45021

-PROPONIAMO L'INTITOLAZIONE DI UNA VIA di BADIA POLESINE AD OLINDO MENEGHIN-

La motivazione della proposta è data come forma di tributo ad una persona che fra i polesani merita d'esser ricordato non solo perché e stato uno dei più illustri pasticceri del Veneto e d’Italia, approdando in Giappone e a Taiwan, ma anche per la sua storia e per l'avvicinanza dimostrata dai badiesi a quest'uomo straordinario!

Note biografiche:
Olindo Meneghin era nato a Candiana in provincia di Padova il 16 agosto 1921; il padre Narciso Meneghin, classe 1897 combattente della prima Guerra Mondiale e, proprio per questo, successivamente nominato Cavaliere di Vittorio Veneto, lavorava allo zuccherificio di Pontelongo; la madre Romilda Patella, anche lei di Candiana e della stessa classe del marito, faceva la casalinga e quando gli impegni familiari glielo concedevano, riusciva a fare la sarta nonostante i sei figli la occupassero moltissimo.
Olindo, il primogenito di Narciso e Romilda, a soli 14 anni imbocca la via che doveva caratterizzare la sua vita: va a Pontelongo a lavorare in una pasticceria e impara a fare il pasticcere, il mestiere che svolgerà con passione divenendo un personaggio di vera eccellenza nel settore.
A 18 anni lascia la pasticceria di Pontelongo per Padova dove trova occupazione in pasticcerie celebri: prima da Colussi e poi da Baessato.
La seconda guerra mondiale non lo risparmia. Il 9 dicembre 1940 viene arruolato a Genova nella Scuola Allievi Sottoufficiali e, dopo un anno, viene inviato a combattere sul fronte russo nel Commissariato Militare dove, per meriti di guerra, viene promosso sergente maggiore, grado con il quale si congeda nel 1944.

Alla fine del conflitto, Olindo Meneghin raggiunge per la prima volta Milano per prestare la sua attività presso la Motta che lascia dopo qualche anno per tornare a Padova, così nel 1951 lo troviamo già primo pasticcere del Caffè Pedrocchi del quale cura la riapertura dopo la pausa bellica e la ricostruzione.
Da Padova ritorna a Milano a lavorare ancora nella massima azienda dolciaria del tempo: la Motta, dove cura la produzione di panettoni, pandoro e lievitati. “Angelo Motta - mi ha confidato a suo tempo lo stesso Meneghin - era un grande imprenditore, e lavorare da lui mi ha dato grandi soddisfazioni; per la mia parlata veneta mi chiamava confidenzialmente el venezian”.
La fama di Meneghin arriva frattanto anche a Badia Polesine, cosicché Dino Golfetti lo chiama per rilanciare il vecchio biscottificio di via Vittorio Veneto, con l’obiettivo di introdurre la produzione di panettoni, pandori, colombe e lievitati: è il 1956.
Intanto il già stimato pasticcere aveva messo su famiglia: nel 1950 aveva sposato a Schio la scledense Gina Revelin, classe 1929, con la quale aveva preso residenza a Padova. Nel 1951 nasce a Correzzola (PD) il primogenito Paolo che a Badia, oltre che coadiuvarlo, otterrà indubbi consensi politici visto che per un decennio ricoprirà la carica di assessore e poi quella di sindaco dal 1985 al 1995. Nel 1954 a Padova nasce la secondogenita Luciana. Dal matrimonio del figlio Paolo con Teresa Furin nasceranno Riccardo e Anna e da quello di Luciana con Ezio De Carlo Andrea e Lucia, nipoti beneamati.

Ma torniamo all’arrivo di Olindo Meneghin a Badia dalla Motta di Milano. Egli porta con sé il primo grande compagno della sua vita: il lievito prodotto nel 1944. Quando arriva alla Golfetti nel 1956 ne mette a punto un altro che è ancora utilizzato all’ex Golfetti ora Idb e continua ad essere impiegato nelle due pasticcerie “San Remo” di Badia Polesine e Lendinara. “Vuole più bene al suo lievito - ci ha detto un giorno la signora Gina - che a sua moglie”.
Meneghin è un grande esperto di lieviti tanto che in Italia è considerato uno dei più profondi conoscitori di questo importante elemento vitale. “Spesso faccio analizzare il Ph del mio lievito - ci ha confidato in un’intervista Meneghin - e prima di conoscere l’esito ne anticipo la gradazione che sempre corrisponde o è sbagliata di pochi decimi da quella di laboratorio. Posso dire che solo un buon lievito permette di evitare nei prodotti lievitati l’uso dei conservanti. Quando vado in Giappone porto con me i miei lieviti in contenitori termici che poi faccio mettere nei frigoriferi di bordo. Le prime volte dovevo spiegare, divertito, che non si trattava di bombe: ora mi conoscono bene e non ci sono più problemi”.
Ben presto alla Golfetti di Badia Olindo Meneghin diventa Direttore tecnico e responsabile di produzione e così pochi mesi dopo trasferisce in Polesine anche la sua famiglia: è il 1956 e va ad abitare in Palazzo Bari in Piazza Madonna della salute dove rimane sino al 1969 quando sposta la famiglia nella nuova casa di via Colombano.
Lavora ininterrottamente alla Golfetti sino al 1978, ma nel 1972 muore Dino Golfetti e nello stesso anno Menighin apre in via S. Giovanni la Pasticceria S. Remo. Le sue indubbie qualità professionali vengono premiate in diversi concorsi nazionali e internazionali e, quando smette di parteciparvi come concorrente, diventa membro di giurie anche fuori dei confini nazionali. Partecipa tutti gli anni alle fiere di settore di Rimini e Torino dove è ormai considerato una celebrità.

Nel 1984 arriva la svolta internazionale quando il colosso dolciario giapponese Donq lo contatta alla Fiera di Rimini su indicazione di diverse industrie dolciarie.
La Donq, che ora ha 6 stabilimenti di produzione e oltre 200 punti di vendita in tutto il Giappone e a Taiwan, cerca un esperto in prodotti lievitati come panettoni, pandoro, colombe, focacce e altra pasticceria, e lo trova in Meneghin. Una delegazione nipponica giunge a Badia Polesine alla S. Remo per rendersi conto del valore del pasticcere e i componenti ne restano colpiti, tanto da invitarlo in Giappone a insegnare loro come si producono i dolci tipici italiani lievitati.
Dal 1984, ogni anno, anche due volte, Meneghin si reca nel Paese del Sol Levante a tenere corsi di aggiornamento, a seguire le produzioni della Donq, ottenendo un successo sempre crescente, a partire dal quel 1985 quando per la prima volta la multinazionale delle distribuzione Mitsukoshi lo invita a tenere prove dimostrative a Tokio presso il proprio mega centro commerciale di Tamagawa e poi in altri grandi magazzini.
In Giappone ormai il pasticcere badiese è familiarmente chiamato “Olindo san”. Il successo giapponese arriva anche in Italia, e “Olindo san” viene invitato a partecipare a trasmissioni radiofoniche e televisive molto note come “Radio anch’io” e “Chiamate Roma 3131” di Gianni Bisiach, oppure “Piacere Raiuno” con Elisabetta Gardini; giornali e riviste parlano di lui a più riprese.
Nel settembre del 2000 la Donq apre a Hiokoama, alla presenza di Olindo e della moglie Gina, la Casa del Panettone e del Pandoro denominata “House Sanremo”. I responsabili della Donq consegnano due diplomi a Olindo Meneghin: uno nel 1985 e l’altro nell’ottobre del 2003.

Nel primo scrivono: “Lei Maestro Olindo Meneghin, dal 14 aprile fino al 2 maggio 1985 per circa 20 giorni, ha dato insegnamento tecnico da grande maestro dell’arte dolciaria italiana alla Donq Spa. Qui, la Donq Spa ringrazia e rispetta per la sua alta tecnica e insegnamento e ha il piacere di tenere buona amicizia e cordialità anche nel futuro. Il presidente Yukio Fujii”.
Nel secondo attestato, anno 2003, l’amministratore delegato della Donq, Keisuke Sakai scrive: “Illustrissimo Commendatore signor Olindo Meneghin, Ella, per ben venti anni, si è prodigato nell’insegnamento dell’arte pasticceria italiana presso la nostra società Donq. Per merito dei Suoi insegnamenti, impartiti con tanta accuratezza e passione, abbiamo appreso a fare diversi dolci tipici italiani quali panettone, pandoro, ecc. Pertanto desideriamo esprimerLe con questo attestato di riconoscenza, i sensi della nostra profonda gratitudine”.
Nel frattempo giungono le onorificenze italiane: nel 1978 viene insignito del titolo di “Cavaliere della Repubblica”; il 2 giugno 1999 Olindo Meneghin con decreto del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e dell’allora capo del Governo Massimo D’Alema riceve l’onorificenza “Ordine al merito della Repubblica Italiana” e il 29 dicembre 2001 dal presidente Ciampi e dal capo del Governo Silvio Berlusconi viene insignito del titolo di “Commendatore”. Infine dalla municipalità badiese viene riconosciuto “Benemerito del Lavoro 2004”.
R.I.P. dal 6 dicembre del 2011


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