Una nuova politica urbanistica per Fermo
Per: Amministrazione Comunale di Fermo (FM) Italia
VARIANTE ZONE B DI COMPLETAMENTO:
UNA SCELTA SCELLERATA PER IL FUTURO DELLA CITTA’.
Fermo ha subito, con spinta formidabile negli ultimi anni, una crescita dell’edificato eccessiva per quantità, dispersa e disgregante della qualità urbana, lontana dalla buona architettura e dalla capacità di aggregare la vita civile, incapace di garantire la coesione sociale di abitanti e lavoratori che sarà ulteriormente aggravata dalla questione delle aree B di completamento.
• Poniamo alla Amministrazione e a tutti cittadini alcune domande, alle quali è necessario dare subito risposta, subito, prima che le decisioni che l’Amministrazione sta per prendere riguardo la variante delle zone B di completamento realizzino a Fermo un modello analogo al Progetto “case” dell’Aquila, ossia nuove costruzioni sparse prive di servizi urbani e la condanna a morte del cuore della città.
• Chiediamo con urgenza che sia aperto un confronto pubblico per una revisione generale del PRG in riduzione delle aree progetto e delle zone di completamento più lontane e disperse, per calibrare lo sviluppo alle reali esigenze della città concentrando l’attenzione a restituire qualità urbana alla città consolidata: centro storico, quartieri e frazioni.
• Solo una rinnovata attenzione alla città esistente può garantire il miglioramento della qualità urbana, ambientale e la coesione sociale, contribuendo a creare numerose opportunità di investimento per gli operatori economici, con il consenso dell’intera popolazione.
Ecco le domande:
1. A chi spetta la definizione del futuro di una città? Agli operatori economici o alla collettività che dovrebbe esprimersi attraverso l’Amministrazione?
2. Come pensa, l’Amministrazione di Fermo, di dare ordine al suo traffico caotico, di contrapporsi al rischio palese che alcuni pezzi della città consolidata ed in particolare il centro storico, ossia la sua propria identità, si deteriorino e vadano in rovina?
3. Con quali strumenti, quali risorse economiche pensa di far fronte nel tempo agli oneri derivanti da una città sempre più dispersa in termini di urbanizzazioni e come pensa di poter sostenere i costi crescenti per la manutenzione delle strade, la raccolta dei rifiuti, la pubblica illuminazione, i servizi scolastici, l’assistenza, il potenziamento rete idrica?
4. Visto che a Fermo (come nella maggior parte dei comuni italiani) non c’è nessun bisogno di nuove edificazioni, la colata di cemento che ci viene annunciata a chi è destinata? Agli abitanti di altri comuni della Provincia? A una deportazione dagli altri quartieri cittadini, dall’intero centro storico, dalle frazioni?
Questi i fatti:
Da più di 20 anni l’attenzione delle Amministrazioni è concentrata sulla risposta alle “esigenze immobiliari”, di volta in volta palesatesi. Ma senza una riflessione sul significato della città, sulle prospettive, sui rischi e sull’utilità di queste reiterate colate di cemento. Questo nonostante un diffuso e crescente dibattito di amministratori locali, esperti e uomini di cultura sugli effetti del consumo indiscriminato di suolo.
Ci sono dati precisi che confermano l’inutilità della cementificazione: la popolazione residente è di 37.834, fabbisogno soddisfatto dalle previsioni del PRG del 1980 per circa 40.000 abitanti; il PRG del 2006 permette complessivamente l’insediamento di 73.300 persone, con le varianti si arriva a 87.000 pari ad un incremento del 230% dell’attuale popolazione residente. A questo si sommano le previsioni per attività produttive, turistiche e di servizio. Ora il nuovo Piano regolatore prevede numerose aree di espansione denominate “Aree Progetto”, a cui si sono aggiunte altre varianti urbanistiche.
Ultimo lascito della passata gestione comunale sono ben 16 nuove aree di completamento, che si aggiungono alle numerosissime previsioni espansive del PRG, per un totale di circa 900.000 mq, su cui è teoricamente possibile insediare (compresi gli edifici esistenti in tali aree) 11.000 abitanti.
Alcune di queste zone, piuttosto ampie, di fatto non possiedono i requisiti per essere classificate di completamento, la Provincia ha quindi dovuto imporre di formare comparti con la cessione di aree per urbanizzazione e attrezzature pubbliche. Nel frattempo alcuni proprietari hanno palesato, data l’elevata tassazione, di voler ritornare indietro rinunciando all’edificabilità.
La Giunta si sta orientando per permettere la realizzazione diretta degli edifici, togliendo l’obbligo dei comparti e per eliminare la cessione delle aree per urbanizzazioni e standard, ovvero 11.000 mq di aree verdi e 44.000 mq di parcheggi, monetizzando gli oneri. Intende inoltre definire zone B4 (zone di completamento con volumetria realizzabile uguale a quella esistente) le aree di chi non reggendo la forte imposizione fiscale ha chiesto di retrocedere.
In queste aree si aprirebbe la possibilità immediata ad edificare senza dover cedere aree pubbliche né effettuare le opere di urbanizzazioni i cui costi graverebbero interamente sulla pubblica amministrazione.
Una delle motivazioni è nella possibilità di realizzare da parte di piccoli proprietari le case per figli e nipoti. Ricordiamo che i dati del censimento ISTAT 2011 evidenziano che nella Provincia di Fermo ben l’82% delle famiglie ha casa in proprietà.
In realtà, proprio a causa della crisi che attanaglia il settore immobiliare, sono queste aree di dimensioni ridotte le più appetibili rispetto alle aree progetto, proprio perché immediatamente edificabili e con minori oneri e quindi le più esposte a progetti speculativi. Una decisione in questo senso da parte dell’Amministrazione comunale si configura di fatto come una rinuncia a pianificare lo sviluppo urbano, delegandolo alle azioni sparse dei privati e al loro esclusivo profitto.
Per finire, è inspiegabile l’orientamento della Giunta di variare a “zone B4”, ossia zone di completamento in cui la volumetria realizzabile coincide con quella esistente, le proprietà di coloro che non hanno più intenzione a costruire. Decisione addirittura paradossale: che cosa c’è da completare se l’area è libera da edifici e a quale volumetria esistente ci si riferisce se non ci sono volumi? Perché non ritornare alla loro naturale destinazione, quella agricola? Si può pensare una città attraverso queste miopi furbizie?
E’ indubbio che la responsabilità della vicenda ricada totalmente sulla passata amministrazione, ora però è giunto il momento di richiedere con forza
LA DISCONTINUITA’ PROMESSA NEL PROGRAMMA ELETTORALE RISPETTO ALLE SCELTE DELLA GIUNTA DI RUSCIO.
Per il futuro di Fermo è urgente cambiare il modo di pianificare e gestire la città, partendo dai bisogni reali dei cittadini.
Fermo, 15 Dicembre 2012