proposta di equità fiscale
Per: presidente del consiglio
In base al principio di equità promesso ai cittadini italiani dal neo-nato governo Monti, si chiede la regolamentazione degli oneri fiscali con lo stesso sistema applicato alle aziende, ovvero che ogni cittadino sia chiamato a versare, solo ed unicamente in base all’effettiva disponibilità finanziaria e non in base ai parametri di reddito attualmente in vigore, che sia quindi possibile detrarre a mezzo riscontro elettronico (tessera elettronica fiscale) ogni spesa effettuata dallo stesso senza limite minimo, escludendo da tale detrazione solo e unicamente i beni di lusso o comunque “vezzosi”.
Nello specifico permettere tramite l’uso della tessera di codice fiscale elettronica, di redarre un equo rendiconto del fabbisogno relativo di un contribuente, semplificando i controlli del ministero delle finanze, permettendo di essere tassati sull’effettivo utile personale, considerato che ogni bene acquistato a partire dal semplice foglio di carta è già gravato di tasse ed iva.
Si consentirebbe così l’equità fiscale ai contribuenti che pur avendo un reddito eguagliabile, hanno differenti spese, che attualmente non essendo detraibili, falsano la capacità di spesa e quindi di contributo.
Permetterebbe inoltre di far emergere qualunque transazione effettuata senza le dovute regole fiscali, da parte di privati o professionisti che eludono il fisco elargendo un prestazione a “nero” leggermente scontata rispetto al valore effettivo, giocando sul fatto che comunque il cittadino non può detrarre in alcun caso la spesa.
A sostegno di tale proposta si indicano alcuni dei più frequenti settori dove la gestione sommersa dei capitali penalizza i contribuenti, non essendo le stesse detraibili dalle dichiarazioni dei redditi o perlomeno che presentano una detraibilità inferiore al vantaggio derivante da un pagamento non dichiarato:
• affitto per locazione
• riparazione di veicoli
• lavori su strutture abitative
• assegni di mantenimento
• spese di piccolo importo
• generi di prima necessità
ecc. ecc.
Si ribadisce che la proposta effettuata permetterebbe di controllare chi spende più di quanto dichiara di guadagnare, che ogni cittadino si farebbe controllore del onere fiscale dei cittadini con cui si relaziona finanziariamente, che basterebbe fare un controllo a campione sui cittadini per riscontrare effettivi evasori.
Per stabilizzare la piramide contributiva in base all’effettivo reddito, è equo partire dalle basi consolidando poi il resto, partendo dal presupposto che se ognuno può essere chiamato a vessare il proprio onere fiscale in base a ciò che effettivamente ha come utile, sarà interesse di tutti farsi rilasciare, scontrino, ricevuta fiscale e/o fattura di qualsiasi spesa a partire dalla più esigua.