REGOLAMENTAZIONE DELL'ISTITUTO DELLO STAGE PER I GIOVANI
Per: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (Welfare), Parlamento
Gli "stages" sono stati pensati dal legislatore come "ponti" tra il mondo della formazione e quello del lavoro: sono quindi strumenti ideati per dare "COMPETENZE" e "FORMARE" in vista dell'immissione nel mondo del lavoro. Negli ultimi anni sono state molte le modifiche apportate all'istituto degli "stages": art.3,13°comma, legge n.863/1984; art.9,14°-18° comma, legge 19 luglio 1993, n.236; art. 18 legge 24 giugno 1997, n.196; art.60, d.lgs n.276/2003.
Nella realtà sociale gli "stages" sono però stati "travisati": si è assistito ad un loro crescente abuso da parte delle imprese. Ad oggi, specialmente per quanto riguarda i giovani laureati, che vivono nella grandi città, gli "stages" si presentano più come strumento per fare profitto, e non formazione: 8 ore giornaliere di impegno a titolo gratuito, in cui il candidato fa le stesse cose di un normale dipendente, ma senza alcuna prospettiva certa di assunzione, anche perché la legge non prevede l'assunzione a termine dello Stage, che è ideato, si ripete a titolo educativo.
Nelle grandi città poi, ma non solo, come può un giovane mantenersi con un lavoro full time e di sei mesi, senza un minimo di reddito? Con cosa può pensare di progettare per sé un percorso di vita professionale, se le energie investite non servono ad ottenere un'occupazione?
Con questa petizione si intende richiedere al neo-ministro del Welfare di rivalutare l'istituto dello "stage" in un'ottica che miri alla formazione e all'assunzione dello stagista, chiedendo che per ogni contratto di stage sia prevista una retribuzione minima (da fissare per legge), che sia capace di garantire la dignità della persona e del lavoratore, come sancito anche dalla nostra costituzione. Gli stages non retribuiti dovrebbero essere riconosciuti SOLO per studenti, ossia svolti SOLO durante gli anni di formazione, o di scuola superiore o in università.
Lo Stato ha il dovere di tutelare i giovani dagli abusi, garantendo che nel passaggio dal mondo dell'istruzione a quello del lavoro non cadano vittime di un sistema opportunistico e denigrante, che invece di offrire COMPETENZE, ASPIRAZIONI e POSSIBILITA' PROFESSIONALI,li impoverisca e li demoralizzi.
