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Indirizzata agli Appartenenti al Comparto Difesa e Sicurezza circa il diritto di lavorare nella Regione di residenza della Famiglia

Per: Forze Armate e dell'Ordine famigliari civili amici

Petizione di iniziativa del Club U.D.S. Uomini e Donne della Sicurezza, per il riconoscimento del diritto di svolgere servizio nella Regione d’appartenenza da parte degli Appartenenti al Comparto Difesa e Sicurezza.


Come è noto a tutti i Cittadini, Noi appartenenti al Comparto Difesa e Sicurezza (Carabinieri, Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria, Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato, Esercito, Vigili del Fuoco) garantiamo su tutto il territorio nazionale il rispetto delle norme del vivere civile.
Per assolvere ai nostri doveri siamo spesso destinati a prestare servizio fuori dalla nostra Regione di appartenenza, lontani dai nostri affetti familiari, talvolta dai nostri stessi figli, che rimangono con le madri e i nonni nei paesi di origine, destinati, loro malgrado, ad affrontare i primi anni della loro vita senza la figura fondamentale dell’altro genitore.
Una volta insediati nella destinazione di servizio, difatti, difficilmente la famiglia d’origine decide di trasferirsi nel luogo dove l’Appartenente al Comparto Sicurezza prende servizio, affrontando in più le spese per l’affitto di una casa o per l’acquisto di una nuova abitazione.
Al contrario, nel luogo di provenienza o di residenza della famiglia d’origine spesso vi è la disponibilità di un proprio appartamento di proprietà e, comunque, sarebbe garantita la vicinanza dei nonni nell’accudimento dei nipoti, specie nei casi in cui entrambi i genitori lavorino.
Né è impensabile ipotizzare che nonni e parenti possano decidere di trasferirsi a loro volta, magari da tutta un’altra parte dell’Italia, per aiutare la giovane coppia in crescita.
Per questi motivi il Club U.D.S. ha deciso di iniziare una raccolta di firme sotto forma di PETIZIONE in forza dell’art. 50 della Costituzione (“Tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessita”) finalizzata alla presentazione di una PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE mirata a rivendicare il diritto anche degli Appartenenti al Comparto Sicurezza di veder crescere i proprio figli e di mantenere l’unità della famiglia
Per questo, servono 50.000 firme, tra le quali la tua!
E difatti, la nostra Costituzione:
- afferma che la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio (art. 29);
- sancisce il diritto dovere dei genitori di mantenere, istruire e educare i propri figli (art. 30);
- prevede che lo Stato agevoli con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose (art. 31).
La famiglia, quindi, viene, riconosciuta come un bene primario da tutelare, a livello sociale, culturale ed economico e lo Stato è impegnato a sostenerla, ad agevolarla per l’apporto che essa fornisce al bene dell’intera collettività.
Il nostro codice civile, inoltre, prevede tutta una serie di norme destinate a regolamentare i diritti e doveri reciproci dei coniugi, l’indirizzo della vita familiare e residenza della famiglia, i doveri verso i figli, il concorso tra i coniugi degli oneri familiari:
- art. 143 c.c.: “Con il matrimonio il marito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri. Dal matrimonio deriva l'obbligo reciproco alla fedeltà, all'assistenza morale e materiale, alla collaborazione nell'interesse della famiglia e alla coabitazione. Entrambi i coniugi sono tenuti, ciascuno sulle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale o casalingo, a contribuire ai bisogni della famiglia”;
- art. 144 c.c.: “I coniugi concordano tra loro l'indirizzo della vita familiare e fissano la residenza della famiglia secondo le esigenze di entrambi e quelle preminenti della famiglia stessa. A ciascuno dei coniugi spetta il potere di attuare l'indirizzo concordato”;
- art. 147c.c.: “Il matrimonio impone ad ambedue i coniugi, l’obbligo di mantenere, istruire e educare la prole tenendo conto delle capacità, dell'inclinazione naturale e delle aspirazioni dei figli”;
- art. 148 c.c.: “I coniugi devono adempiere l'obbligazione prevista nell'articolo precedente in proporzione alle rispettive sostanze e secondo la loro capacità di lavoro professionale o casalingo. Quando i genitori non hanno mezzi sufficienti, gli altri ascendenti legittimi o naturali, in ordine di prossimità, sono tenuti a fornire ai genitori stessi i mezzi necessari affinché possano adempiere i loro doveri nei confronti dei figli”.

Purtroppo dobbiamo constatare come nell’agenda dei Governi che si sono succeduti negli ultimi decenni, la famiglia dei Servitori dello Stato non sia mai entrata a far parte delle priorità politiche!
Chiediamo, quindi, a gran voce, che venga riconosciuto anche a noi quanto previsto dalla nostra Costituzione e dalle nostre leggi, avviando un processo di stabilità per gli Appartenenti al Comparto Difesa e Sicurezza, a garanzia dell’unione familiare!

Con la presente PETIZIONE intendiamo presentare un disegno di legge con il quale chiediamo al Parlamento italiano:
- che ci venga riconosciuta la possibilità di ricongiungersi al proprio nucleo familiare prestando servizio nella Regione di appartenenza, in aderenza alle norme della nostra Costituzione e del Codice Civile;
- che venga predisposto con urgenza un intervento normativo volto a prevedere la costruzione di nuovi alloggi di Edilizia Agevolata, per gli uomini e le donne addetti al Comparto Difesa e Sicurezza;
- nuove assunzioni da effettuarsi tramite la creazione di graduatorie distinte a seconda che venga richiesto un trasferimento infraregionale o extraregionale: la prima, a carattere nazionale, gestita annualmente dagli uffici competenti dei vari Ministeri, formata sulla base delle richieste individuali, delle scoperture di organico e dei pensionamenti, e l’altra, a carattere regionale, per la possibilità di chiedere il trasferimento all’interno della stessa Regione ogni cinque anni ovvero dopo dieci anni se in Regione diversa.


Esprimo la mia adesione alla presente PETIZIONE del CLUB U.D.S. per il riconoscimento al diritto degli Uomini e Donne della Sicurezza a svolgere il proprio lavoro nella Regione di appartenenza per il mantenimento della unità del nucleo familiare.

www.clubuds.com
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