CONTRO IL BLOCCO QUINQUENNALE DELLA MOBILITA'
Per: Al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Onorevole Ministro,
Con la presente, I docenti immessi in ruolo dal 1° settembre 2011, in riferimento al provvedimento introdotto dal comma 21 art. 9 del Decreto-legge 13 maggio 2011, n. 70, coordinato con la legge di conversione 12 luglio 2011, n. 106, che vieta a 20.000 insegnanti il diritto al trasferimento, all’utilizzazione, all’assegnazione provvisoria per i primi cinque anni,
CHIEDIAMO
l’abrogazione della suddetta norma che, rivendicata dalla Lega per inibire le richieste di trasferimento del personale della scuola durante l’ultimo aggiornamento delle graduatorie e condivisa scandalosamente da diversi sindacati durante le audizioni parlamentari, è palesemente incostituzionale ( artt. 3 e 120 della Costituzione Italiana già citati dalla Corte costituzionale - Sentenza 9 febbraio 2011 n. 41) e contraria alla normativa comunitaria in quanto limita con un irragionevole provvedimento “a tempo” il diritto alla mobilità dei docenti e introduce disparità di trattamento rispetto agli stessi immessi in ruolo nell’ anno 2010 con retrodatazione giuridica (prima volta nella storia delle assunzioni pubbliche la distinzione tra retrodatati al 1° settembre 2010 ed assunti da vecchie graduatorie e non retrodatati ed assunti da nuove graduatorie) sia dalle graduatorie dei concorsi che da quelle ad esaurimento (nella definizione del nuovo contratto sulla mobilità, infatti, l'Ufficio Scolastico del Miur ha escluso dal vincolo quinquennale questi ultimi che la nota del 24 agosto 2011 invece comprendeva).
Il diritto alla mobilità interna, inoltre, assume ancora più valore, in relazione alla recente norma introdotta sulla cassa integrazione e sul licenziamento del personale in esubero che non trovi altra ricollocazione all’interno della propria provincia.
Si rammenta altresì che i docenti permangono anni nelle stesse province in attesa del ruolo e molti separati dalle rispettive famiglie (si pensi a madri/padri costretti a vivere lontani dai propri figli perché senza altre alternative lavorate ma anche a tanti figli che vivono lontani dai propri genitori anziani e con problemi di salute) e questo provvedimento è un ulteriore macigno sulle loro spalle.