APPELLO PER L’ACQUA PUBBLICA IN LOMBARDIA
PER LA MODIFICA DELLA LEGGE REGIONALE SUI SERVIZI IDRICI
Con il presente Appello, il Coordinamento Regionale Lombardo dei Comitati per l'Acqua
Pubblica,
a nome degli oltre 3 milioni e 700 mila cittadini lombardi (pari a più del 50% degli elettori) che ai
Referendum del 12 e 13 giugno 2011 hanno votato Sì all’abrogazione delle norme che
imponevano la privatizzazione e garantivano i profitti sulla gestione dei servizi idrici;
CHIEDE
1. al CONSIGLIO della Regione Lombardia di modificare la Legge Regionale n. 26/2003
(così come modificata dalla L.R. 21/2010) per la parte riguardante i servizi idrici, che
nel testo vigente prevede l’esproprio delle competenze dei Comuni (attraverso la
soppressione delle Autorità d’Ambito territoriale - A.ATO) e la privatizzazione dell’acqua
(poiché contiene ancora i riferimenti al Decreto Ronchi, abrogato dal Referendum
nazionale, che obbligava a cedere ai privati la gestione dei servizi idrici);
2. agli Amministratori dei COMUNI e delle PROVINCE della Lombardia di fermare le
procedure per la costituzione degli Uffici d’Ambito provinciale (in sostituzione delle
A.ATO) e di non attivare i processi di riorganizzazione della gestione dei servizi idrici
che avviano le gare o predispongono l'ingresso dei privati nelle aziende pubbliche
esistenti.
3. ai CITTADINI ed ai COMITATI dell’acqua di monitorare sui territori le decisioni che
saranno assunte dai Comuni e dalle Province, rispetto alla gestione dei servizi idrici
locali.
Se la legge regionale non verrà cambiata al più presto, il rischio è che l’acqua di tutta la
Lombardia finisca nelle mani di poche imprese private, italiane o straniere, interessate solo
a fare profitto.
Il Coordinamento Regionale Lombardo dei Comitati per l'Acqua Pubblica formula le
seguenti proposte:
salvaguardare la titolarità dei Comuni nel governo dei servizi idrici, prevedendo forme
di partecipazione della cittadinanza alle scelte sulla gestione dell’acqua;
garantire la gestione totalmente pubblica dei servizi idrici, attraverso l’affidamento ad
aziende di diritto pubblico di proprietà dei Comuni;
avviare un confronto politico per la riorganizzazione complessiva del servizio idrico,
che va ridefinito quale “servizio di interesse pubblico generale, privo di rilevanza
economica”, attraverso la valorizzazione dei bacini idrografici esistenti in Lombardia, che
devono essere amministrati dai Comuni e affidati in gestione ad aziende di diritto pubblico,
garantendo il diritto all’acqua secondo principi di solidarietà.
Perché si scrive acqua, ma si legge democrazia
Coordinamento Regionale Lombardo dei Comitati per l'Acqua Pubblica
Ottobre 2011
per ADESIONI inviate un’email a:
[email protected]