Buongiorno, sono Naima un infermiera del CENTRO di MEDICINA SOCIALE di FG
per IL DISAGIO DIFFUSO, LA PREVENZIONE DELLA TOSSICODIPENDENZA E DELL'
ALCOLDIPENDENZA, spero che dopo la lettura di questa accorata lettera di un uomo
di grande valore e umiltà qual' è il dr. Mariano Loiacono ci possiate dare un aiuto.
Il nostro Centro di Medicina Sociale, appartenente alla Neuroscienze AZ.
Universitaria dell' Ospedale "OO. RR." di Foggia, da oltre 36 anni, si è occupato
di disagio diffuso prevenzione e cura, agendo nell' ambito psichiatrico, della
tossicodipendenza e alcoldipendenza senza l'utilizzo di psicofarmaci.
Grazie al Metodo alla Salute in una struttura pubblica e sopratutto grazie al
contributo di volontari, ora però rischia la chiusura a causa del mancato rinnovo
della figura medica che da circa 8 anni affiancava il dirigente Mariano Loiacono.
Mettendosi in gioco per primo, ha scelto la struttura pubblica come base operativa ha creato
e lottato sino ad ora per sostenere il “metodo alla salute”, una nuova teoria-
prassi che si propone di riportare le persone in vita, svegliarle dal loro guscio fatta
di relazioni morte, spingerle a valorizzare l’ inedito e la specificità che solo loro
rappresentano, portarle a sviluppare competenze per viaggiare da sole e a partire
da sé.
Il Lavoro del dr. Loiacono, caratterizzato da un impegno esclusivo presso una struttura
pubblica, si presenta come un’interessante alternativa, non solo terapeutica, ma
anche di valutazione ed interpretazione della malattia mentale, rispetto ai modelli
psichiatrici convenzionali. Il Centro di Medicina Sociale, operativo dal 1977, ha in
trattamento sia persone asintomatiche, cioè che non presentano alcun sintomo evidente
ma vogliono iniziare un percorso di crescita personale, sia persone con dipendenza da
sostanze psicoattive (legali e non, compreso l’uso ”terapeutico” di psicofarmaci) sia con
problematiche di dismaturità, sindromi psicotiche e border-line, depressioni, disturbi
dell’alimentazione, caratterialità, conflittualità sociale e istituzionale, ecc
Se scomparisse il Centro di Medicina Sociale presso l”Azienda Ospedaliero-Universitaria “Ospedali
Riuniti” di Foggia, a cosa sarebbe valso tutto ciò che ho visto…sentito…verificato?
Non possiamo permetterlo ogni lacrima…ogni sorriso…ogni grido liberatorio…ogni profondo riposo
vissuti grazie a questa struttura ora dovrebbero fruttare speranza per altri…dai un pò del tuo con
questa petizione puoi testimoniarlo ed esprimere ciò che senti a chi prende le decisioni!
grazie Naima ( infermiera di “Nuova Specie” )
Se vuoi firmare questa petizione o prendere un iniziativa a favore del Centro
contatta il CENTRO DI MEDICINA SOCIALE:
Per alcoldipendenza, farmacodipendenza e disagio diffuso
Tel. 0881/736392 - Fax 0881/736393
E-mail:
[email protected]
Lettera aperta: All' on. Nichi Vendola
Oggetto: Emergenza Centro di Medicina Sociale
Egregio Presidente,
Le scrivo perché ho necessità di evidenziarle una emergenza delicata, in quanto dirigo come medico-
psichiatra il Centro di Medicina Sociale dell’Azienda ospedaliero-universitaria “OO.RR.” di Foggia e,
dunque, sono un suo dipendente e Lei è il mio massimo responsabile istituzionale.
Dopo 36 anni di lavoro ospedaliero a tempo pieno, il primo marzo 2013 andrò in pensione e si
chiuderà una importante sperimentazione da me portata avanti con riscontrabili buoni risultati e
significative innovazioni metodologiche nel campo del “disagio diffuso”.
Insieme a me, andranno in pensione, ingloriosamente, alcune eccellenze e un know how di alta
innovazione, messo a punto in questa ultratrentennale sperimentazione presso il Centro di Medicina
Sociale, a cui sono emotivamente legato perché ho avuto la fortuna di essere stato il primo medico ad
aprirlo e metterlo in funzione in data primo marzo 1977.
Come lei sa, in tutti questi anni di sua Presidenza regionale, non c’è stata concessa alcuna occasione
di scambiare su questi aspetti e valutarli opportunamente, nonostante a più riprese ciò le sia stato
espressamente richiesto da una nutrita rappresentanza nazionale del CONAPIT (Coordinamento
Nazionale Persone In Trattamento) e da varie Associazioni alla Salute Regionali. Penso che non lo
sentirà come atteggiamento polemico il mio volerle indicare e sottolineare alcune di queste eccellenze
e innovazioni, sperimentate in un Servizio pubblico della sua Regione, che il primo marzo 2013
cesseranno di esistere:
? Trasformazione di un centro medico ospedaliero, improntato a un modello sanitario di salute, in un
laboratorio antropologico: uno spazio funzionale pubblico dove si è lavorato per l’Uomo e per la sua
condizione psico-socio-esistenziale specifica di questo terzo millennio e della fine del millennio scorso,
in cui si è vistosamente evidenziato un profondo “Mutamento Antropologico” che ha segnato il
passaggio dalla cultura organica del “Villaggio-Mondo” a quella globalizzata e frammentata del “Mondo-
Villaggio”. Considerando l’epocale mutamento antropologico in corso, abbiamo preferito sostituire il
termine sanitario “malattia” col termine “disagio diffuso” - epistemologicamente più ampio e più
aperto a nuove ipotesi teorico-prassiche, e il termine “malato” con il termine “persona in trattamento”
nel quale ognuno si può riconoscere, me compreso. Il cambio terminologico non è stato un fatto fine a
sé ma è stato consequenziario a un cambio di paradigma, adottando come nuovo punto di vista
l’epistemologia globale.
Il cambio di paradigma ha richiesto, di conseguenza, un innovativo cambio di modello di
funzionamento-operatività del Centro. Nell’esperienza del Centro di Medicina Sociale di Foggia, si sono
integrati paritariamente: gli operatori e i volontari; i ruoli istituzionali con i ruoli e le dinamiche
metastoriche, esprimibili da ogni partecipante al laboratorio antropologico; il pubblico e il privato
sociale; gli spazi istituzionali e quelli della rete sociale ordinaria; il costo istituzionale del servizio
(locali del Centro e stipendi operatori) e i liberi contributi-autofinanziamenti delle persone in
trattamento; gli strumenti comunicativi dell’Azienda (molto ristretti) e quelli approntati dai volontari e
dalla rete sociale; le possibilità di aggregazione-interazione locale e l’aggiunta di scambi periodici
strutturati all’interno di una rete nazionale di persone (Comunità Globale).
? Sperimentazione ultratrentennale del “Metodo alla Salute”: una alternativa all’uso di psicofarmaci e
di psicoterapie che si avvale di “dinamiche metastoriche”, ovvero dinamiche di gruppo intensive e
continuative per un certo periodo di tempo, che portano a cambiamenti profondi perché coinvolgono
tutti e tre i codici della vita di un individuo: il codice delle emozioni profonde, il codice del corpo, il
codice simbolico-razionale. La base teorica del metodo alla salute è rintracciabile nella epistemologia
globale che viene presentata, a tutti quelli che vogliono, in un corso intensivo della durata di due
settimane. Al metodo alla salute possono partecipare tutti, indipendentemente dalla diagnosi ricevuta
e dalla settorializzazione nosografica vigente che frantuma i vari sintomi e moltiplica i centri
specializzati, intervenendo poco o niente sul substrato antropologico-umano che rimane un fondo
comune di ogni individuo, sano o malato che sia. Nel Metodo alla Salute vige l’obbligo per i familiari di
partecipare paritariamente al trattamento, alla formazione periodica che viene organizzata e alle
supervisioni. Ognuno è in grado di vivere, innescare, condurre queste dinamiche che si realizzano sul
campo in maniera inedita. In tal senso è un metodo altamente popolare e diffusibile. Il Metodo alla
Salute - integrando in una unica esperienza aspetti curativi, preventivi, riabilitativi, formativi, di
reinserimento, di creazione di rete sociale e partecipazione attiva – permette alle famiglie di migliorare
contemporaneamente e sinergicamente la situazione dei propri membri -a livello individuale, di
coppia, familiare- e di acquisire strumenti e competenze nella gestione dei disagi sintomatici dei propri
membri, nella partecipazione attiva e specifica alla rete territoriale e alle iniziative di crescita della
salute nel proprio territorio.
? Trattandosi di un servizio pubblico, è importante evidenziare che vi si accede col codice fiscale e col
ticket aziendale, ove previsto. Sono fiero di aver operato sempre e solo all’interno della struttura
pubblica e di non aver mai fatto una visita privata o a pagamento, accontentandomi dello stipendio. In
riferimento ai criteri aziendalistici vigenti, la produttività del Centro (ricoveri day hospital, ambulatorio)
è molto alta, considerando l’esiguo personale messo a disposizione, generando un notevole risparmio
su farmaci ed esami diagnostico-strumentali e l’integrazione operativa stabile del volontariato.
? Trattandosi di una assoluta novità nel panorama dei trattamenti disponibili, il Metodo alla Salute ha
richiamato al Centro di Foggia persone provenienti da tutte le Regioni italiane: da circa un ventennio
c’è un viaggio della speranza soprattutto di persone provenienti dal Centro-Nord. Purtroppo, da noi
arrivano prevalentemente giovani, ormai cronicizzati, dopo anni di trattamento tradizionale (ricoveri,
TSO, psicofarmaci, case riabilitative psichiatriche, costosi trattamenti presso ambulatori privati).
Essendo un trattamento intensivo, per ospitare le numerose persone provenienti da altre Regioni,
sono nate delle “domus” organizzate dalle stesse persone in trattamento di Foggia, non avendo mai
risposto positivamente a queste esigenze le istituzioni pubbliche alle quali è stata evidenziata la
necessità di accoglienza. Ovviamente, la positività della metodologia e i buoni risultati hanno
permesso a migliaia di persone, durante il soggiorno-trattamento, di apprezzare ancora di più la
nostra Regione, migliorandone l’immagine e accrescendo la domanda turistica.
? Trattandosi di un metodo popolare, di facile accesso e con possibilità di accompagnamento
continuativo nel tempo, è stata possibile una consistente diffusione, a livello nazionale, attraverso
le “Associazioni alla Salute Regionali”, attivate da persone interessate e formate durante la
frequentazione-fruizione del laboratorio antropologico di Foggia. Attualmente sono funzionanti le
seguenti Associazioni alla Salute: Foggia, Marche, Romagna, Veneto, Lombardia, Abruzzo, Basilicata,
Bari. Stanno per nascere le Associazioni alla Salute: Calabria, Campania, Sardegna, Sicilia, Toscana.
Da più di un anno, accanto al su citato CONAPIT con sede a Forlì, si è costituito un Coordinamento
Nazionale delle Associazioni Alla Salute con sede nelle Marche. Le Associazioni Regionali organizzano
volontaristicamente nel loro territorio: Gruppi alla Salute, settimane intensive, corsi di formazione,
progetti di crescita e iter formativi, conferenze, favorendo una rete sociale e progettuale di grande
arricchimento socio-territoriale in tutti i campi, compreso quello della salute. A tal proposito Le allego
un DVD contenente le varie iniziative svolte, nell’ultimo anno e mezzo, in collaborazione con la
Fondazione Nuova Specie.
? Lo sviluppo della rete delle Associazioni Regionali e le continue richieste di trattamento alternativo,
per gli scarsi risultati dell’approccio tradizionale e per i pesanti effetti collaterali, ha evidenziato la
necessità di mettere in rete il Centro e le varie iniziative regionali del Metodo alla salute. Ciò ha spinto
alcuni volontari ad attivare e gestire a spese proprie, sin dal 2006, il Sito www.nuovaspecie.com e il
Blog www.metodoallasalute.blogspot.com, grazie ai quali migliaia di persone al mese conoscono e
rimangono in contatto col il Centro via internet. Queste due importanti iniziative si sono aggiunte alla
rivista trimestrale “Limax”, prodotta e autofinanziata dal 1994 fino al 2010 e adesso pubblicata online
in formato digitale.
? Negli ultimi anni, anche grazie alle mie pubblicazioni e alla versione inglese del sito, molti studenti
universitari, operatori, e importanti scienziati internazionali (come Bob Johnson e Fred Baughman)
hanno fatto visita al Centro di Medicina Sociale spinti dal desiderio di conoscere e verificare il Metodo
Alla Salute. Inoltre, il più importante network di farmacovigilanza pediatrica europeo “Giù le mani dai
bambini” ha realizzato un pregevole video sul Metodo alla Salute con la consulenza della prof.ssa
Emilia Costa, Psichiatra dell’Università La Sapienza di Roma. Infine, il Ministero per la Pubblica
Amministrazione e Innovazione ha incluso il Centro di Medicina Sociale nel Progetto “Non solo
fannulloni” quale esempio di professionalità, di innovazione, di coraggio nello sperimentare nuove
soluzioni volte a ridurre i costi, migliorare i servizi, rispondere meglio alle esigenze di cittadini e
imprese.
? In questo trentennio, sono state importanti le collaborazioni con l’Università di Bari (prof. Eugenio
Ferrari), con l’Università di Bologna, con l’Università di Urbino (prof. Giuliano Piazzi) con la cui Facoltà
di Sociologia è stato costituito il LAM Studium (Laboratorio del Mutamento Antropologico e Studi
umanistici) che per sei anni, fino al pensionamento del prof. Piazzi, ha attivato uno stage universitario
sul tema “Globalizzazione, mutamento antropologico e disagio diffuso” che si svolgeva sia presso
l’Università che presso il nostro Centro.
? Riguardo alle problematiche psicotiche, penso di essere stato il primo a livello internazionale ad
averle evidenziate nel 1989 come nuovo trend del disagio giovanile (Sociologia Urbana e Rurale,
Dipartimento di Sociologia, Università di Bologna, 1989). Da un anno, in aggiunta al trattamento già
operante al Centro col “Metodo alla Salute” e in collaborazione con le Associazioni alla Salute
Regionali, sono in fase di sperimentazione in varie regioni italiane (Puglia, Marche, Veneto, Emilia
Romagna, Lombardia, Calabria) progetti avanzati per pazienti affetti da psicosi e familiari,
denominati “Oltre le colone d’Ercole” (vedere i tanti post allegati nel DVD). Ovviamente sono stati
progetti completamente autofinanziati dalle famiglie in mancanza di finanziamento pubblico, pur
facendo risparmiare soldi per ricovero, uso di costosi psicofarmaci e comunità terapeutiche che oggi
finanziariamente rappresentano una delle maggiori uscite anche per la nostra Regione.
Mi fermo qui perché alcuni altri aspetti, per essere compresi e valorizzati, hanno bisogno di essere
vissuti e compresi dal di dentro di una esperienza personale, possibile e aperta a tutti, essendo il
Centro un Servizio Pubblico al quale si accede con la sola tessera sanitaria.
Concludo, evidenziandole che ho preferito esprimere in questo modo il dolore che sento per l’indegna
fine di 36 anni di mio servizio all’istituzione pubblica, alla Medicina-Psichiatria, alla mia città-provincia-
regione.
Un po’ ero preparato a questo scomparire del Centro, assieme all’avvicinarsi della mia pensione,
avendo già colto negli anni passati importanti segni premonitori:
? La Regione non ha mai risposto alla richiesta di riconoscimento di Centro di eccellenza formulata da
parte del dott. Morlacco, poi divenuto dirigente ARES della Regione Puglia.
? Progressiva riduzione dei posti letto Day Hospital, assegnati al Centro, nonostante il volume di
ricoveri possibili (soprattutto extraregionali).
? Esclusione di fatto dalle attività formative della Facoltà di Medicina dell’Università di Foggia.
? Precarietà del Medico assegnato al Centro, dopo periodi in cui sono stato da solo a svolgere
l’indescrivibile mole di attività e impegni, nonostante l’esistenza in organico del posto.
? Il 5 marzo 2012, dopo alcuni anni di martellante pressione, è avvenuto lo sfratto del Centro di
Medicina Sociale dalla sua sede storica, nonostante fosse proprietà dell’Azienda, per cederla
gratuitamente alla Facoltà di Lettere.
? Recentemente, diniego regionale per il rinnovo del contratto di due anni al dirigente medico in
servizio al Centro che, di fatto, declina la chiusura definitiva del Centro, nonostante da ben sette anni
ho rinviato la mia pensione per formare personale esperto del metodo alla salute, nella speranza di
poter mantenere in vita e far continuare a operare un Centro di rilevanza nazionale e di innovatività
scientifica.
Sono, comunque, fiero del fatto che, pur avendo dovuto affrontare forti e ripetute azioni avversive e
pur attraversando enormi difficoltà per sopravvivere nella mia Azienda, nel comune di Foggia e nella
mia Regione, sono riuscito a mantenere aperto e funzionante il Centro, anche nei tanti anni in cui sono
rimasto ad operare da solo come medico, e portarlo all’eccellenza nazionale che da più parti mi viene
di fatto riconosciuta. Dopo 36 anni di onorato servizio, cado sì ma in piedi, e sono orgoglioso di questa
mia appassionante avventura che mi fa onore prima di tutto su un piano umano ed etico.
Questo è ciò che ho voluto scrivere per sottoporlo alla sua riflessione, un po’ dispiaciuto che Lei in
questi anni di suo mandato regionale non ha provveduto a verificare e valutare l’esperienza, anche per
tutelare i numerosi cittadini di altre regioni ricoverati presso una struttura sanitaria della Regione che
Lei presiede. Personalmente ho stima della sua persona e della sua grande sensibilità antropologica,
sociale ed etica. Per spiegarmi questa sua inspiegabile disattenzione, ho sempre pensato che forse è
stato informato e consigliato male da persone a Lei vicine. Rimane il fatto, però, che né queste
persone né Lei vi siete messe nella condizione di verificare e valutare: due operazioni cardine della
vera scientificità che servono proprio ad evitare quei pregiudizi ideologici e/o interessi di bottega, che
da sempre hanno fatto abortire nella storia importanti innovazioni, solo tardivamente rivalutate.
Attendo con serenità un suo riscontro alla presente, anticipandole che renderò pubblica questa lettera
alle persone in trattamento, trattandosi di una questione di interesse generale, in quanto la sorte del
Centro di Medicina Sociale di Foggia interessa migliaia di persone su tutto il territorio nazionale e
all’estero.
Se proprio non ci sarà ancora modo di incontrarci, La invito sin d’ora alla “tregiorni” di riflessioni pre-
pensionamento che farò all’interno del Centro, insieme a tantissime persone che spero raccoglieranno
il testimone di questa mia entusiasmante esperienza di cambiamento e di innovazione nel campo della
salute, delle problematiche socio-antropologiche e delle difficili sfide che accompagneranno a lungo
questo terzo millennio.
Cordiali saluti.
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Foggia 05 settembre 2012
Il Responsabile
Dr.Mariano Loiacono
I firmatari desiderano che il Centro di Medicina Sociale rimanga disponibile, che sia un Servizio attivo e usufruibile, che sia dotato dei medici e di tutto quanto occorra per continuare a svolgere le sue attività avviate e future, essendo l’unico centro pubblico in grado di offrire questo tipo di trattamento alternativo alla psichiatria ufficiale grazie.