SOS VOLPI A PIACENZA- NO ALL'ABBATTIMENTO!
Per: Il presidene della Provincia di Piacenza Massimo Trespidi, l'assessore alla tutela Faunistica Manuel Ghilardelli, l'assessore provinciale all'ambiente Patrizia Barbieri
La Provincia di Piacenza, su richiesta delle associazioni agricole e degli ambiti territoriali di caccia, ha deliberato a settembre 2013 un piano di abbattimento quinquennale delle volpi che prevede l'uccisione del 60% degli animali stimati ed in specifico per il 2013\2014 239 animali.
CONSIDERANDO
Tale decisione assolutamente inopportuna, contraria alla sensibilità e coscienza etica dei firmatari e soprattutto carente nelle motivazioni in considerazione del fatto che:
1)I piani di controllo, sebbene permessi dalla legge, devono restare "extrema ratio" e casi eccezionali a cui ricorrere solo in caso di forti squilibri faunistici e gravi e comprovati danni all'agricoltura e al patrimonio zootecnico, solo dopo avere messo in atto ogni forma di prevenzione, attuata mediante metodi ecologici, mentre la Provincia di Piacenza ricorre da anni sistematicamente ai piani di abbattimento alla volpe come regola ordinaria, senza subordinarli all'applicazione dei metodi ecologici, rendendoli di fatto forme di caccia surrettizia e prolungando in questo modo la stagione venatoria tutto l'anno, a richiesta delle associazioni agricole e venatorie
2)Le volpi vengono cacciate durante l'ordinaria stagione venatoria dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio e il calendario venatorio della provincia autorizza ulteriormente dal 25\11 al 31\1\13 la caccia a squadre. Non si comprende quindi la ragione di estendere il prelievo alla volpe con un ulteriore piano di abbattimento, fuori della stagione venatoria, con tutto il disturbo che questo comporta alla fauna selvatica, dal momento che gli eventuali necessari abbattimenti dovrebbero essere effettuati correttamente durante la stagione ordinaria
3)Il piano faunistico venatorio ancora vigente ha considerato i piani di abbattimento generalizzati alla volpe, al di fuori del periodo di caccia, senza giustificazione gestionale,in quanto non determinano significative modificazioni al numero degli animali i quali compensano in breve tempo le perdite subite con nuove nascite. Nonostante questo, da anni la Provincia effettua piani di contenimento alla volpe senza operare un forte controllo ed indirizzo verso la prevenzione ed i metodi ecologici ed autorizza il ripopolamento con migliaia di fagiani, starne, pernici rosse di allevamento per scopi venatori, facendo alzare automaticamente il numero dei predatori tra cui le volpi per poi autorizzarne l'uccisione.
4)La Provincia motiva la necessità di ricorrere al piano di controllo alla volpe imputandole genericamente di essere la causa principale della mortalità e riduzione del numero di starne, fagiani e lepri (lagomofi e galliformi) sul territorio, mentre è noto che le cause sono molteplici e complesse e che al calo attuale stanno principalmente contribuendo ben altre cause, tra le quali certamente la riduzione degli ambienti naturali vocati, l’agricoltura intensiva e l'eccesso di prelievo effettuato negli ultimi anni.
5)La Provincia motiva la necessità di ricorrere al piano di controllo alla volpe imputandole genericamente di essere potenziale portatrice di patologie, nonostante non sia in corso alcuna epidemia ne siano stati segnalati casi di zoonosi.
6)La Provincia motiva la necessità di ricorrere al piano di controllo alla volpe per prevenire e limitare la predazione agli animali da bassa corte allevati nelle aziende agricole, senza indicare i reali danni risarciti e soprattutto senza avere fatto in questi anni reale prevenzione, chiedendo alle aziende agricole di impiegare rimedi ecologici quali recinti a rete idonei e ricoveri notturni, uniche misure indicate nel piano faunistico venatorio come risolutive della predazione da parte delle volpi.
RITENENDO
le modalità di intervento di controllo diretto elencate nel piano assolutamente inaccettabili sia per le modalità di caccia di forte impatto sul territorio sia per la crudeltà dell'intervento : la caccia notturna, pericolosa ed incontrollabile, la caccia in squadre di dieci persone e segugi a gamba corta in zone vietate alla caccia, con incredibile disturbo della fauna selvatica e rischio di bracconaggio, la cattura mediante trappole a cassetta o la caccia in tana con i cani da tana, forme di caccia cruente e crudeli, che determinano ipotesi di vero maltrattamento dell'animale ai sensi della normativa vigente.
AFFERMANDO
Che gli animali non sono numeri da abbattere o disturbo da eliminare ma ricchezza per il nostro territorio, valore da tutelare e bene pubblico da preservare per le generazioni future di cui l’Amministrazione Provinciale debba assolutamente tenere conto.
CHIEDONO ALLA AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE
-che venga revocata la delibera n. 194 del 27/09/13 sul piano di controllo della volpe
-che vengano effettuati nei periodi idonei corretti ed approfonditi censimenti effettuati dall'amministrazione provinciale o da soggetti esterni specializzati al fine di accertare le reali densità numeriche delle volpi presenti sul territorio
-che vengano applicati per l'anno 2013\2014 e seguenti e verificati annualmente tutti gli interventi di tipo preventivo ed ecologico sul territorio provinciale sia rispetto al mantenimento delle popolazioni di Galliformi e Lagomorfi , sia rispetto alla conservazione e tutela degli animali da bassa corte, al fine di evitare il ricorso ai piani di abbattimento
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Firmato la petizione
8.845
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